di FABIO MENIN
In questi giorni di dibattito sugli investimenti industriali nuovi che il governo italiano ha pensato di portare nel nostro specchio di mare tra Porto di Schiavonea e golfo meridionale di Coriglianorossano un ritornello , un leit motiv ho ascoltato da parte di alcuni che partecipano alle discussioni sui social.
“Possiamo sempre dire dei no? Possiamo dire no a tutto etc etc” Mi permetto di ribaltare questo ragionamento piuttosto “ideologico” proposto cioè da chi non è ambientalista o non ne condivide la sostanza: il ragionamento giusto che occorre fare è il seguente. CI CONVIENE TRASFORMARE IL BIGLIETTO DA VISITA DEL NOSTRO TERRITORIO IN AREA INDUSTRIALE? Se qualcuno conti alla mano è capace di dimostrare che questi due investimenti industriali di peso come uno stabilimento di assemblaggio di macchinari per la compressione del gas di altezza e impatto paesaggistico rilevante( si parla di molte decine di metri) , più 17 km di pale eoliche a pochi km dalla costa nel mare , se qualcuno conti alla mano può dimostrare che i vantaggi superano gli svantaggi , io che da molto tempo ho convinzioni ambientaliste potrei anche chiudere un occhio e rinunciare alle mie idee per una volta.
A chi andrebbe l’utile di questi due investimenti? ……………….. Il primo nel porto di Schiavonea ad una multinazionale americana, il secondo ad un’altra multinazionale dell’energia che però inserirebbe la corrente elettrica nel sistema nazionale, traendone però il suo utile. In entrambi i casi l’unica forma di ritorno economico per la nostra terra sarebbero alcuni posti di lavoro promessi. La logica di questi investimenti è molto simile a tutto ciò che lo stato italiano finora ha fatto al sud, cioè grandi investimenti industriali nel deserto senza preoccuparsi troppo delle conseguenze ambientali e sociali. Lo abbiamo visto a Taranto e in altre aree.
E’ questo ciò che ci serve per uscire dall’isolamento socio-economico?
La Calabria, e la Sibaritide non fa eccezione, racchiusa com’è tra Jonio, Pollino e Sila ha nei suoi valori ambientali il suo punto di eccellenza che si coniuga con le tradizioni produttive agricole e artigianali nonché un certo sviluppo turistico per ora ancora limitato nel tempo e soprattutto ad alcune aree più organizzate. Quello che è preoccupante , per e, è l’insieme di conseguenze che entrambe queste scelte avrebbero sul nostro futuro. L’area di Coriglianorossano diventa in questo maniera un’area di produzione industriale che si mette in chiarissimo contrasto con quella che è la realtà economica attuale