di PAOLO SMURRA
Aumenteremo la fiducia negli altri e quindi anche in Dio. Buona lettura!
Perché a volte non ci fidiamo gli uni degli altri? Non ci fidiamo molto perché osserviamo troppo. Osserviamo troppo l’ altro per le cose che fa, per come si presenta, per le sue espressioni del volto, per la sua apparenza ed anche per le sue tante contraddizioni. Se invece ci concentriamo sul suo cuore, scopriamo che l’ altro è identico a noi, desideroso dei nostri stessi bisogni. Quanta fatica che facciamo anche noi a guardarci dentro! Abbiamo riposto il nostro “essere” nell’ apparire. Ma così svendiamo la nostra essenza. Quando cerchiamo di piacere a tutti i costi agli occhi dell’ altro, stiamo dicendo a noi stessi che non contiamo. Se vogliamo avvicinarci a quel senso di appartenenza che ci lega agli altri dobbiamo sintonizzare il battito del nostro cuore con quello di chi abbiamo affianco. Credere in Dio è anche questo. La fiducia in Dio non la possiamo avere se continuiamo a colpevolizzarci , ad essere orgogliosi, ad invidiare, ad essere sempre più insoddisfatti di noi. L’ insoddisfazione nasce proprio perché siamo rintanati sulle nostre fragilità e le rimuginiamo. Ma le fragilità non vanno discusse, vanno amate che è ben diverso. Solo quando amiamo le nostre debolezze, riusciamo ad avere fiducia nell’ altro e in Dio.
Se non accettiamo le nostre debolezze, ci sentiremo sempre incompleti e allora ci chiudiamo facendo fatica ad avere fiducia proprio perché fidarsi dell’ altro vuol dire riconoscersi in lui.
Tornando all’ introduzione dell’ articolo, il mio invito è di essere come i ciechi, che si fidano degli altri, consapevoli della loro fragilità e che si riconoscono nel cuore dell’ altro, sapendo che l’ altro essendo fragile come loro, li ama e se ne prende cura. Dunque, alla base della FIDUCIA ci sta la connessione con il prossimo che si traduce in EMPATIA.
PAOLO SMURRA