Gesù, In questa VI Domenica di Pasqua, per la prima volta convoca noi suoi seguaci e ci chiama non Servi ma “AMICI”, ma subito aggiunge ” siete miei amici se fate quello che vi comando ( Gv.15,14-15).

Ciò vuol dire allora che la Proposta di Gesù del comandamento dell’amore si manifesta solo nel Servizio libero, cioè nell’essere servitori nella comunità , perché solo così ci si rende ” amici veri ” di Gesù (Gv.15,12).

Nella nostra Comunità, in Corigliano Rossano, molti credenti, anche se cristiani, vivono isolati e diffidenti, in quanto non sanno vivere e comprendere il valore dell’amicizia sincera.

Solo quando la nostra vita cristiana è sempre attenta ai bisogni e alle sofferenze di qualsiasi persona, senza alcuna distinzione . . . ,

quando il nostro linguaggio si rifà alla misericordia e non al diritto, all’amore servizievole e non alla dottrina o alle leggi costituzionali, alla compassione e non alla disciplina . . .,

quando non ci si scandalizza con chi sbaglia, perché si sa che tutto fa parte della fragilità umana, ma in ogni evento si ha sempre un atteggiamento di tenerezza. . . solo allora. . . c’è amicizia cristiana vera!

Gesù chiamandoci non servi ma “amici liberamente ci rivela che ” vi ho chiamato amici perché tutto quello che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi”. ( Gv.15,15) .

Lui ci comunica quindi la infinita * passione * del Padre ( Genitore) per un Valore non negoziabile che è il Bene dell’uomo e che il Padre trasmette al Figlio Gesù e che Gesù trasmette a noi suoi discepoli, cioè suoi amici.

Noi oggi credenti e politici di strada sappiamo così per certo che solo quando operiamo per il Bene dell’uomo , non con l’avere, il salire e il comandare, ma con il condividere, lo scendere e il servire liberamente la comunità, solo allora incontriamo Gesù e andiamo con Lui ad un rapporto di crescente e profonda Amicizia, gustando in essa che ” la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena ( Gv.15,11)”.

La gioia del credente è la gioia di sentirsi amati, una gioia che si moltiplica nella misura in cui si è capaci di condividerla nell’amicizia.( Gv.16.24).

Corigliano Rossano, 07 .05.. 2024( Franco Palmisano )

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