E’ stata commemorata in Italia, il 27 di gennaio scorso, la ” Giornata della Shoah” e, il 10 febbraio del corrente mese, la “Giornata delle Foibe”.
Tali Commemorazioni hanno avuto unicamente lo scopo del ” per non dimenticare”, ma la Comunità, di Corigliano Rossano, attanagliata da problemi economici od esistenziali non comprende , se non storicamente, tali tragedie passate .
E’ venuta purtroppo fuori durante i processi a chi si macchiò, in quegli anni, di tremendi crimini (a noi trasmessi dagli schermi televisivi ) una realtà inquietante: quegli uomini agivano in una sorte di bieca normalità, in quanto tutti sapevano, ma facevano finta di non vedere.
La stessa normalità e indifferenza crea, ancora oggi un nesso fra ciò che furono la Shoah e le Foibe e l’atroce dramma dei ” Migranti in Fuga”. che cercano di raggiungere l’Italia e l’Europa, per sfuggire da miseria e da fame.
A noi tutti, cittadini, cristiani , politici e non , sia allora che oggi, manca la ” Compassione”, cioè quella capacità democratica di saper estrarre dall’altro la radice del suo dolore e farlo proprio senza esitazione.
Questa capacità, che è mancata all’umanità durante il nazismo , il fascismo e il comunismo, manca a noi, oggi, che , democraticamente e cristianamente ci giriamo dall’altra parte, davanti al dolore di questa gente, in balìa su carrette sbattute sulle onde del mare.
Si deve con coraggio scegliere con chi stare: con politici, anche italiani, che, per meri fini elettorali di partito, usano la vita di questi disperati o con coloro che si prodigano democraticamente per una incondizionata accoglienza?
Attenzione! I flussi migratori non vanno bloccati in mare, ma vanno cambiati i governi e le loro logiche di connivenza e di profitto.
Non possiamo fare a meno di dissentire apertamente quando ci sembra che la profezia viene barattata al servilismo dei potenti di turno e non possiamo chiuderci in silenzi colpevoli nei momenti in cui bisogna alzare la voce contro individui, anche locali, esaltati ed emergenti in ogni ambito politico , sociale e anche religioso.
Il cristiano è costruttore della civiltà dell’amore se, vivendo con gioia, rischio e libertà la propria vita nel proprio quartiere, cammina democraticamente e compassionevolmente nel suo tempo , facendo strada ai poveri senza farsi strada sui poveri.
Chissà però , se fra non molti anni, i nostri discendenti saranno poi invitati dalle loro maestranze a commemorare la ” Giornata dei Migranti in Fuga”, così come avviene oggi per la Giornata della Shoah e la Giornata delle Foibe?
E’ patetico pensarlo, ma* non è improbabile*.
Corigliano Rossano , 13 02 2025 . ( Franco Palmisano)