Noi credenti della Comunità che è in Corigliano Rossano, assistiamo perplessi al Mostro della Guerra, che è tornato preponderante nelle sedi del Potere, nei Dibattiti televisivi, nelle Reti dei Social e nei Ragionamenti fra noi lungo i marciapiedi o durante le Pause da lavoro.

Per noi cittadini italiani la Costituzione parla chiaro: L’Italia ripudia la Guerra come mezzo di risoluzione di controversie internazionali ( art.11) e a cui fa poi seguito anche la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Per noi cristiani il Catechismo della Chiesa Cattolica, considera la possibilità della difesa armata, solo quando vi è oppressione, per cui si giustifica l’invio di armamenti per la difesa , ma per noi, credenti, il comandamento dell’amore esclude la violenza anche contro chi ci fa del male, per cui il ” non uccidere ” o “il porgere l’altra guancia” non è un optional, ma un imperativo morale.

In una Chiesa Giubilare . . . noi oggi, viviamo la nostra fede nel dilemma se essere fedele al ” Vangelo e Basta”, seguendo l’insegnamento non violento del Cristo, o se , seguendo il Catechismo, continuare a partecipare ad una guerra “ritenuta giusta “, collaborando anche noi a seminare distruzione e morte?

In questo dilemma lancinante si avverte la solitudine del credente e si ascolta impietriti solo la Voce di Papa Francesco ( a cui si augura pronta guarigione ) che grida continuamente che la Guerra è sempre * sconfitta*, * abominio*,*follia*.

La Pace è Cultura della Vita, del Dialogo, dell’Incontro, dell’Accoglienza , dell’Obiezione di Coscienza alla produzione e all’Acquisto di armi per seminare morte .

<< Se l'uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, , sarà la guerra a buttare fuori dalla storia l'uomo >> ( Gino Strada).

<< Le guerre sono fatte da persone che si uccidono sena conoscersi. . . per gli interessi di persone che si conoscono ma che non si uccidono >> ( Paolo Neruda)

I pacifici, non i pacifisti, non vanno dunque isolati e criticati quali idealisti sognatori o quali beati religiosi obbligati da doveri di ufficio,, ma vanno sostenuti nel loro impegno a mobilitare le coscienze popolari e giovanili per ripudiare il mostro della guerra, che applaude e promuove sempre solo chi è più forte e non chi ha più ragione.

Rossano, 22.03.2025. ( Franco Palmisano)