SU ENI SERVE AZIONE POLITICA DEL GOVERNO, NON ATTI IPOCRITI.

Ieri gli account social ufficiali di Report, tra le più meritorie trasmissioni improntate sul giornalismo d’inchiesta della nostra televisione – attualmente in onda su Rai 3 – hanno rilanciato la notizia dell’azione nei confronti di Antonio Tricarico, attivista di ReCommon, da parte di ENI.

Ho avuto il piacere di conoscere e lavorare, ormai qualche anno fa, al fianco di Antonio e degli attivisti dell’organizzazione sui temi della sostenibilità energetica in Europa, potendone apprezzare impegno, coraggio e trasparenza: non posso quindi non manifestare pubblicamente solidarietà su questa vicenda ed apprezzamento per il lavoro, evidentemente senza sosta da allora, svolto in questi anni.

Esprimo preoccupazione per l’intolleranza e l’incoerenza dimostrata ancora una volta da ENI nei confronti dell’attivismo d’inchiesta e della difesa del territorio, tanto rispetto alle vicende internazionali quanto rispetto alle vicende regionali di cui leggiamo in questi giorni.

A tal proposito sottolineo come, trattandosi di una azienda partecipata e controllata di fatto dal Governo, le Istituzioni che intendono tutelare veramente il territorio, piuttosto di emanare atti ipocriti e sostanzialmente inutili, dovrebbero svolgere il proprio ruolo istituzionale nei confronti del governo – per altro politicamente “amico” – per correggere la linea di ENI a difesa dei cittadini e dei territori calabresi.

Andrebbe fatto, dunque, ciò che non è stato fatto nei confronti di ENEL quando in maniera grottesca e scorretta rinunciò unilateralmente al progetto idrogeno a Corigliano-Rossano, facendo perdere ai calabresi 15 milioni di euro e l’occasione di realizzare un sito di produzione energetica utile, per esempio, ad ammodernare i mezzi ferroviari. All’epoca l’azione di pressione nei confronti del Governo a seguito di un tale scippo nei confronti dei calabresi fu sostanzialmente il nulla: una circostanza che ricorre ormai di frequente.

IL SINDACO

FLAVIO STASI