Spoilerare non è corretto. Tantomeno pubblicizzare titoli e autori.

Ciò non toglie che lo scrittore del libro in esame (trattasi di thriller romanzato), pur fedele agli stilemi che connotano i suoi precedenti lavori, riesce, ancora una volta, a sorprendere.
Parliamo appunto di trame ibridate, impastate di invenzioni e verità, difficile distinguere tra vera scienza e la sua rappresentazione futuristica.
Sembra che il nostro cervello, secondo il suddetto “impasto”, funzioni come una radio che capta i segnali in arrivo da tutto ciò che lo circonda e, come per la radio, può selezionare le frequenze che più gli aggradano bloccando le altre, diversamente sarebbe inondato, si genererebbe il caos.
Il selettore in questione si chiama GABA e, come insegnano le neuroscienze, è un acido (acido gamma amminobutirrico) .
Se riuscissimo a regolare a piacimento i livelli di questo neurotrasmettitore sperimenteremmo più realtà… fedele all’assunto scientifico che quello che percepiamo con i nostri sensi da ciò che ci circonda è solo una minima parte.
Nei neonati, per es. i livelli di questo amminoacido sono molto alti, hanno una funzione protettiva, schermano la mente in via di sviluppo, una stimolazione eccessiva non sarebbe sopportabile.
Con la crescita, i livelli di GABA calano a poco a poco e noi accogliamo maggiori particolari del mondo, la nostra comprensione si amplia.
Ora, sembra che, sulla soglia della morte, quando i filtri del nostro cervello si aprono, diventiamo una radio che riceve l’intero spettro delle trasmissioni e la nostra coscienza sperimenta la realtà nella sua completezza.
Chi vive un’esperienza di premorte descrive una sensazione di connessione totale, di beata onniscienza, capisce cose che di solito non sono alla nostra portata.
Pazienti tecnicamente deceduti sul tavolo operatorio e poi rianimati riferiscono di aver fluttuato sulla stanza o sull’ ospedale, dunque, ci lasciamo alle spalle il nostro corpo, la coscienza si libera da ogni legame.
Anche quando sogniamo i livelli di gaba crollano, arrivano immagini non filtrati, ecco perché i nostri sogni sembrano un guazzabuglio illogico. Morire somiglia molto a sognare, non a caso nei sogni ci si percepisce spesso come esseri leggeri e privi di massa, capaci di attraversare ostacoli, volare o spostarsi in modo istantaneo, si diventa coscienza senza forma fisica
In quest’ottica anche l’epilessia sembra una risorsa preziosa, per comprendere il fenomeno.
E’ un’esperienza extracorporea, viene descritta come un sereno svincolarsi dal corpo
Quando la coscienza è libera da vincoli, la nostra capacità di percezione aumenta.
Purtroppo sono sensazioni soggettive, effimere, vissute in solitudine, senza testimoni, svaniscono nel momento in cui li si comunica.
Può la tecnologia registrarli? Portare i soggetti sull’orlo della morte per vedere ciò che loro vedono? Monitorare le esperienze di premorte?
Certo siamo nel campo della fantascienza, dell’apparente impossibile, anche se, solo qualche anno fa, sembrava fantascienza tutto quello che oggi scienza e tecnologia ci mettono a disposizione a cominciare dall’inquietante presenza dell’intelligenza artificiale, dei robot e della realtà virtuale.
Ma forse una coscienza svincolata dal corpo esiste già e non ce ne siamo nemmeno accorti.
Le persone, in specie i giovani, sono ormai più interessati alla vita in rete che non a quella reale.
Incollati al cellulare ignoriamo questo mondo, immersi nell’altro mondo dove esistono comunita’ di amici, bellezza, orrore, amore, conflitti, cose giuste e cose sbagliate, una realtà che prescinde da dove fisicamente ci troviamo.
Ci muoviamo senza sforzo ovunque, vedi quello che vuoi, impari quello che vuoi, interagisci con altre menti incorporee, slegati dal mondo fisico senza corpo, siamo staccati e senza peso, appunto una coscienza online e allora è logico chiedersi se l’esplosione tecnologica non sia, in realtà, parte di un’evoluzione spirituale.