Noi cristiani e credenti della Comunità che è in Corigliano Rossano assistiamo televisivamente e partecipiamo, come tanti, alla Festa delle Forze Armate nella ricorrenza del 4 novembre di ogni anno

senza dimenticare però tante orribili guerre che, nonostante qualche tentativo fiducioso, non danno mai segno di tregua.

C’ è poco da festeggiare perché sono guerre che si estendono con un coinvolgimento di tante nazioni, le quali diventano poi belligeranti, perché inviano armi alla resistenza .

Non si combatte direttamente , ma si contribuisce purtroppo alla carneficina di tanta povera gente.

Noi cristiani, credenti cattolici, che facciamo riferimento al Catechismo della Chiesa , consideriamo la possibilità della difesa armata, solo quando vi è oppressione, per cui giustifichiamo l’invio di armamenti, ma è doveroso cercare prima sempre e solo le strade diplomatiche per difendersi dall’invasore.

La proposta del comandamento dell’amore, per noi seguaci di Gesù, esclude però la violenza anche contro chi ci fa del male, perché il ” non uccidere ” o “il porgere l’altra guancia” non è per noi un optional, ma un imperativo morale.

Stando ai Vangeli, Gesù , al momento del suo arresto, non vuole nessuna difesa e ordina ai suoi discepoli di non usare la spada, perché solo con la non violenza si interrompe la violenza.

Nell’anno Santo del Giubileo il credente vive la sua fede nel continuo dilemma della fedeltà al Vangelo , seguendo l’insegnamento non violento del Cristo, o la fedeltà al Catechismo, per cui lui, partecipando con le armi ad una guerra “ritenuta giusta “, approva la collaborazione nel seminare distruzione e morte?

In questo dilemma lancinante il politico credente avverte la sua * solitudine*.

Il Dio di Gesù non lo soccorre, ma lo invia , con Lui e come Lui, ad essere solamente il ” Beato Costruttore*, della civiltà dell’amore.

Solo in tale Civiltà si supera allora il dilemma della solitudine se si sceglie di essere non un semplice operatore sociale ma un “Costruttore del Regno”!

Corigliano Rossano, 04 .11. .2025. ( Franco Palmisano)