Sembra una barzelletta di fine anno ma così – ahinoi – non è. Corrisponde al vero quanto accaduto, il 31 dicembre del 2018 appena andato via, ad un cittadino nato e residente a Corigliano e a suo figlio. Una vicenda surreale raccontata dagli stessi protagonisti, dei quali si forniscono le generalità a conferma della veridicità della notizia e per espressa volontà degli stessi, e che può far ulteriormente riflettere sullo stato di salute della sanità a queste latitudini.
Nella mattinata di ieri, un uomo quasi settantenne e affetto da seri problemi di salute, Pasquale Altomari, si reca a Rossano, accompagnato dal figlio Natalino, ed esattamente al pronto soccorso dell’ospedale “Nicola Giannettasio” – dove è presente il reparto di Oculistica – perché necessita di cure. L’uomo, infatti, accusa dei forti dolori ad un occhio, non riesce a vedere quasi nulla. Al nosocomio, dopo una lunga attesa, riesce finalmente ad effettuare la visita medica. Al termine, però, qualcosa non va per il verso giusto. Al pronto soccorso gli viene consegnato un referto che l’uomo e il figlio, per la fretta di andar via dopo tante ore trascorse in ospedale, non controllano. Preferiscono, a giusta ragione, far subito ritorno a Corigliano, presso la farmacia di turno, per reperire i medicinali prescritti dal medico che ha effettuato la visita e formulato la relativa diagnosi.
Ed è proprio in farmacia che si registra la “sorpresa”. Il farmacista, che ben conosce l’uomo e le sue generalità, si accorge che quel referto non è di Pasquale Altomari, ma di un’altra persona, con tanto di nome e cognome differenti e, naturalmente, diversa diagnosi. Fatta presente la situazione – e per fortuna! – si evita così di proseguire con tale “scambio” e con le imprevedibili implicazioni che questo poteva avere.
Ma la storia non finisce qui. Pasquale e il figlio Natalino sono costretti, sempre nella giornata di ieri, a far ritorno al pronto soccorso rossanese per far presente l’avvenuta “confusione” con il referto di un paziente consegnato in luogo di un altro. E così, dopo altra attesa, l’ennesima beffa che fa perdere definitivamente la pazienza. L’uomo e il figlio raccontano, difatti, di aver esternato le proprie legittime rimostranze per l’accaduto ad un operatore in servizio presso il pronto soccorso e di essersi sentiti rispondere che non era successo nulla di grave, poiché “da Corigliano siete dovuti venire, siete vicini”…
L’interminabile giornata dell’ultimo dell’anno si è conclusa con l’acquisizione del corretto referto medico ed il ritorno a Corigliano nonché – fatto ancor più avvilente – con il peggioramento delle condizioni di salute, già precarie, dell’involontario protagonista di questa vicenda, il quale, innervositosi vistosamente per questo andirivieni dall’ospedale, è stato soccorso dai familiari per aver toccato punte altissime di pressione.
La narrazione termina qui. Amarezza e malcontento si colgono nelle parole di Pasquale e del figlio Natalino.
Auguri di buon anno.
Fabio Pistoia