In questi ultimi anni con l’avvicinarsi della festa di Halloween ( il 31 ottobre), anche in Corigliano Rossano, riprendeva la crociata di tanti cristiani che vedevano in questa festività il trionfo del male. Perché questo astio? Tutto nasce dal fatto che molti credenti hanno ancora una spiritualità che si distacca dal Vangelo e che devasta irrimediabilmente la loro stessa vita.
La spiritualità viene spesso intesa come qualcosa che si oppone alla carnalità. Ma occorre allora rinnegare nella nostra vita quella felicità umana che è fatta anche dal piacere dei sensi degli esseri viventi?
Gli ecclesiastici, nel passato, si sono occupati più della sofferenza che della beatitudine, più della mortificazione che della vivificazione, più del pianto che del riso, più della morte che della vita e lo stesso abito a lutto divenne la loro divisa.
Una tale spiritualità , che divinizza la sofferenza e la morte, non ha altro rimedio che insegnare ai credenti a porre l’unica speranza nell’altra vita, quella dell’al di là, la sola degna di essere chiamata tale (… e alla quale ultimamente si accede anche in autostrada…?) .
Pertanto la felicità degli uomini in questa esistenza non è contemplata! La vita terrena è, per costoro, solo un’immensa valle di lacrime (“gementi e piangenti…”), in cui ci guazzano tristemente le anime devote in attesa della morte biologica.
La vita del credente , che si basa sul Vangelo, invece, non entra mai in conflitto con la vita quotidiana, ma la potenzia, non entra in rivalità con la felicità, perché la vita in Cristo non diminuisce la persona ma l’arricchisce per cui non toglie il sorriso ma l’illumina.
” Noi facciamo consistere la Santità nello stare sempre allegri” amava ripetere San Domenico Savio, prediletto alunno di Don Bosco, il Santo dei Giovani.
La comunità cristiana, in cui è presente il Risorto, è sempre attenta ai nuovi bisogni dell’umanità: bisogni biologici,bisogni di sicurezza,bisogni di appartenenza, bisogni di autostima, bisogni di relazioni…
Il credente sa che è necessario, oggi, riscoprire e ridare, a questi bisogni, nuove risposte, che siano sempre in sintonia con gli uomini di scienza , perché: “Chi non è contro di noi,è con noi( Mc.9,40)”.
In tutto questo si inserisce quindi la sua vita esuberante , che prende coscienza di essere protagonista costruttore , con Dio e come Dio, della Civiltà dell’amore, quando” Lo Spirito della Verità…vi annuncerà le cose future (Gv.16,13)”.
Corigliano Rossano 29.10.2020 (Franco Palmisano).