Lo sappiamo da sempre:la Calabria è terra in mano alla ‘ndrangheta. Figuriamoci quali e quanti interessi muove sulla gestione dei rifiuti. Chi non riconosce questa condizione contingente ed emergenziale di questa disgraziata amata terra , quale ineludibile verità, mente a se stesso e soprattutto non è ben informato sulla forza di questa particolare mafia di origini calabresi che ormai opera su scala internazionale, e controlla una buona fetta dell’economia e del potere politico nazionale. Sul “Quotidiano di Calabria” di ieri , 5 marzo,(pagg. 12 e 13) veniva riportata la notizia di un’ operazione della Dda nella città di Milano.
L’ennesima, riguardante il riciclaggio di denaro sporco la cui origine è di chiara provenienza illecita e frutto di affari di ‘ndrangheta. Ma vi è di più, al riguardo dell’omertà, del clientelismo e della stessa informazione calabrese data dai giornali regionali e locali. Da qualche giorno, difatti, si avverte qualcosa d’inquietante. Da quando il direttore di “Calabria Ora”, Luciano Regolo, ha denunciato pubblicamente le pressioni subite, per interposta persona,dal senatore Antonio Gentile. Una notizia riportata dai media nazionali con tale forza che ha costretto Tonino Gentile a dimettersi da sottosegretario del governo Renzi. Questo due giorni fa, nel mentre ieri sul “Quotidiano della Calabria” usciva in prima pagina l’inchiesta che sta sconquassando l’ ASP cosentina e sta ledendo la buona immagine dell’ onoratissima famiglia Gentile. Negli articoli ( pagg. 6 e7) si leggono nomi e cognomi degli indagati o implicati nelle cosiddette parcelle d’oro delle consulenze e degli incarichi all’ASP cosentina,incarichi dati senza alcun criterio. C’è persino chi nel suo piccolo emula Mastrapasqua, un certo Cedolia in quota all’Udc che a fronte di un incarico di manager quale amministratore dell’ASP si scopre non avesse a giustificazione nemmeno uno straccio di laurea. Ma non è questo malcostume, ormai diffuso in tutta Italia, per quanto devastante, il segnale inquietante e da cui facevo riferimento all’ inizio, bensì che tutti gli articoli del “Quotidiano di Calabria” ieri non presentavano la firma dei loro autori. Cosa, dunque, significa questo segno, o meglio quest’ assenza di segni, in una terra che tra le altre cose ha inventato i segni muti e la telepatia ? Che primeggia nella disciplina della comunicazione senza proferir parola? Chi è nato in Calabria non ha bisogno di affidarsi alla semantica per comprenderlo. Lo sa e basta! Quegli articoli non firmati comunicano un chiaro ed unico messaggio: i giornalisti non vogliono più prestarsi alle direttive impartite dai potenti di turno della politica calabrese: dei f.lli Gentile, di Dima , di Scopelitti ,di Loiero, di Adamo -ed aggiungo- della Jole Santelli. Perché se “Calabria Ora” ha i suoi Gentile ed il “Quotidiano di Calabria” si rifiuta di pubblicare articoli che criticano l’operato politico del coriglianese Giovanni Dima, ebbene da ieri il “Blog di Corigliano” ha dato il battesimo di fuoco alla Jole Santelli che con slancio appassionato tra lettere mozzicate e verbi che -quando c’erano- (anche se comprensibilmente era una nota buttata giù lì) facevano a cazzotti con la consecutio temporum. Ragion per cui di certo ad un’onorevole ed ex sottosegretario alla giustizia non fa onore criticare la preparazione politica e giuridica del giovane ingegnere informatico ed attivista di “Terra e popolo” Flavio Stasi che, bisogna ammettere ha coraggio da vendere, poiché prontamente, dal suo “resistenzanoblog” ha replicato, alla nostra eroina dell’ultima ora , doverosamente. La cosa non è certo passata inosservata, tant’è che sono qui a dare il mio contributo alla causa di Flavio Stasi. Giovani come lui in questa terra di omertosi sono più unici che rari. Basterebbe solo questo a dar senso all’ intera vicenda sui rifiuti che vede contrapposti gli interessi della politica calabrese a quelli che Flavio Stasi sostiene e difende appassionatamente ed intelligentemente, e cioè la salvaguardia del territorio e dell’ambiente con un semplice cambio di passo: dai rifiuti indifferenziati a rifiuti zero.Da una cosa così elementare dove non vi sarebbe altro da fare che avere solo un po’ di buon senso, invece viene fuori che la nostra onorevole cosentina Jole Santelli bacchetta il giovane calabrese Stasi che non ha fatto altro che prendere le difese del nostro territorio. Una mission che dovrebbe connotarsi di per sé nell’ operato e nella vocazione politica della Jole Santelli viene così ribaltata in nome e per conto di miserie umane,di emergenze ambientali create ad hoc che servono solo a drenare centinaia di milioni di euro dai cittadini e dai fondi residui di bilancio 2013 della revocata emergenza nel marzo 2013. Male fa la parlamentare ed ex sottosegretaria alla giustizia a dare una mano ai suoi amici di cordata del Nuovo Centro Destra che vorrebbero trasformare la nostra Calabria in una pattumiera. Poco importa cosa la Santelli vorrebbe fare per risolvere il problema dei rifiuti, fatto sta che non ha fatto nulla finora se non criticare chi vuole il bene di questa terra. Non vi è molto da dire al riguardo se non che questa classe politica calabrese e ,ovviamente, la stessa Jole Santelli non possono rappresentare una Calabria libera. Politici come Scopelliti, Gentile, Dima e la stessa Santelli si dimostrano per quel che sono , personcine che curano i propri interessi personali, e sono lì solo a difendere le loro poltrone con le unghie e con i denti. A Flavio Stasi l’invito di andare avanti senza paura, la Calabria libera ed onesta è con te. Non sei da solo!
Ad maiora semper
In fede Alfonso Caravetta