“…nemmeno la mafia mi fermò. Il Premier moderi i termini…”.
Apriamo questo nostro comunicato settimanale con una dichiarazione resa dal Presidente del Senato Grasso afferente il duro scontro verbale avuto con Renzi in merito alla famigerata e discussa riforma del Senato.
L’argomentazione ha il sapore di toni caldi e profondamente accesi paragonati da un noto giornale nazionale, per i contenuti effusi, agli orrori delle stragi mafiose compiute negli anni novanta.
Tale cruento e paradossale accostamento deriva dalle aperte e chiare affermazioni largite dal Capo del Governo contro Grasso il quale quest’ultimo, a sua volta, ha apertamente invitato il menzognere Renzi a moderare i termini blandamente minacciosi tesi a giungere nel breve tempo possibile all’approvazione della precitata riforma.
Orbene, alla luce di quanto esposto, emerge un duro scontro ricolmo di avversione tra le due massime autorità dello Stato. I toni caldi, solo successivamente, sono stati prontamente smussati dal Capo del Governo il quale ha letteralmente rivisitato le proprie dichiarazioni.
Una serie di domande, a tal uopo, sorgono spontanee: come mai il Premier Renzi utilizza toni minacciosi tradendo i principi cardini della benevolenza e concertazione professati dalla fazione politica che da segretario rappresenta? Come mai Renzi, lo scorso anno, affermava che le riforme bisognava strutturarle insieme e non a colpi di maggioranza e oggi fa l’esatto contrario?
Ebbene, la risposta a tali quesiti è la seguente: il Premier Renzi, oramai, ha perso nettamente l’orientamento in quanto dimostra serie difficoltà nel distinguere il ruolo di segretario di partito da quello di Capo del Governo. Rappresenta nella sua protervia l’emblema della più spudorata contraddizione. Epperò, la contingenza quest’oggi posta in essere rammenta quelle famigerate saghe americane dall’esilarante titolo: “questa grossa Grasso riforma del Senato”. Il Premier Renzi, al di là della stravagante strutturazione del nuovo Senato, ha avanzato in ultimo una proposta tesa a far quadrare il cerchio della riforma sul Senato nella quale i senatori verranno designati attraverso un apposito listino da compilare in occasione delle elezioni dei consigli regionali.
I candidati senatori, sostanzialmente, passerebbero attraverso il vaglio delle urne e, quindi, il potere di scelta degli elettori sui nomi si ridurrà praticamente a zero. L’unica soluzione plausibile capace di salvare la nostra Nazione dallo sfacelo più totale è che questo esecutivo presenti libere e spontanee dimissioni in modo da poter ridare definitivamente la parola al popolo.
Forza Italia Giovani Rossano
– Dott. Antonio Stasi –