Tra il 2004 E IL 2008 si svolsero una serie di iniziative in tutta la città, sollecitate prima da un comitato contro la riconversione a carbone della centrale, ma poi accolte sostanzialmente dalla maggioranza dell’opinione pubblica e votata dal consiglio comunale di Rossano (con la partecipazione attiva delle varie forze politiche cittadine) il cui esito fu la decisione della città di dire no alla riconversione a carbone della centrale Enel. Le motivazioni furono differenti fra le diverse parti politiche, ma la decisione fu convergente.
Già nel documento di “osservazioni al progetto di riconversione della centrale Enel” inviato al Ministero dell’Ambiente, firmato oltre che dal sottoscritto, da Tonino Caracciolo, dal dott. Salituri, dal ing. Giovanni Nicoletti dell’università della Calabria e da altri tra cui anche l’ex sindaco Filareto, si delineava una posizione favorevole ad una riconversione più in linea con le dinamiche e le esigenze agricole e turistiche del nostro territorio. Poi dopo la mancata riconversione a carbone, la situazione economica generale è mutata, per cui allo stesso ente elettrico non conviene più realizzare l’energia elettrica nelle grandi centrali, ma è più economico utilizzare le energie da fonti rinnovabili. Questa è storia della città e altre posizioni si sono aggiunte in seguito, tra cui anche quella dell’ing. Stasi, che sostanzialmente si indirizza sulla stessa linea di pensiero . Per cui oggi la responsabilità, ritengo io, deve essere collettiva: occorre sedersi intorno ad un tavolo, quando le elezioni saranno finite e ci sarà un nuovo governo e saper contrattare prima un impegno concreto dell’Ente elettrico, perché assolva i suoi obblighi di legge, che consistono nello smantellamento e nella bonifica del sito, che può anche essere concordata con un progetto di riconversione complessiva dell’area. Solo se Rossano sarà unita nel prospettare un cammino un’idea unitaria di riutilizzo del sito il discorso potrà andare a buon fine anche col governo, non illudiamoci su una presunta disponibilità o sensibilità dei nostri governanti, che in tante occasioni si sono dimostrati poco aperti se non addirittura ostili alle esigenze del nostro comprensorio. L’Enel stessa, credo io, si muoverà quando i soggetti del territorio saranno concordi e si potrà procedere in una direzione prestabilita, non penso che a questo punto l’Ente elettrico intenda muoversi con posizioni unilaterali. Quindi, se tutte le forze politiche e sociali sapranno trovare su questo punto un’intesa io credo che si potrà arrivare a prospettare una soluzione utile al nostro territorio.
Le idee per la riconversione potrebbero essere molte: si è parlato di un parco per il turismo, di un’area di ricerca e se vogliamo anche di produzione di energie alternative, di un grande parco tematico, della sede di una fiera del prodotto di eccellenza del territorio, molte possono essere le proposte e probabilmente se si formerà un gruppo di lavoro tecnico rossanese che riunisca varie idee si sarà fatto un passo in avanti. in ogni caso, dato che l’impegno finanziario per una riconversione del sito non è indifferente, ma si tratta di investire molti capitali, credo che si potrebbe arrivare ad una proposta modulare, cioè che realizzi poco alla volta diversi progetti, magari col concorso di più soggetti, in modo che l’impegno finanziario possa essere diluito in varie tappe e possa essere anche alla portata di più investitori, ma questa è un’idea mia personale. In ogni caso penso che in questa discussione debba essere coinvolta non solo la città, ma anche il territorio , perché anche da Corigliano ed altri comuni viciniori possono arrivare utili idee per trovare una buona soluzione. ma, mi premeva sottolinearlo, siccome la non riconversione a carbone è stata una decisione collettiva della città, anche oggi occorre che tutta la città s’impegni per costruire un percorso che porti ad una prospettiva per il futuro. Sarebbe anche una scelta per le generazioni future di questa città che hanno bisogno di lavoro.
prof. FABIO MENIN