Chi l’avrebbe mai detto che a distanza di così poco tempo, la maggioranza consiliare avrebbe perso dei “pezzi”? Il consiglio comunale andato in scena l’altra sera – mettendo da parte il revamping di Bucita trattao ieri – ha evidenziato crepe che c’erano già e note e rotture accennate, ma mai così caratterizzate.
Assenti a parte, che la variante al piano regolatore per l’ammodernamento dell’impianto di stoccaggio di Bucita passasse in modo non plebiscitario – addirittura 13 contro 8 – non se l’aspettava nessuno. O meglio, le minoranze speravano in una “presa di coscienza” che non è mai arrivata, eccezion fatta per Paolo Librandi, eletto fra le file de Il Coraggio di Cambiare, ma in combutta col suo gruppo ormai da mesi. E – pare – pure abbandonato dai suoi ex colleghi-dissidenti che oltre due mesi fa avevano annunciato il distacco dal gruppo consiliare per approdare al gruppo misto.
Durante i lavori dell’assise, Librandi non ha appoggiato la richiesta di sospensione avanzata dal sindaco e poco prima che si votasse per l’approvazione della delibera, si è alzato per andare a sedersi fra il pubblico. Stizziti i suoi ormai ex compagni di viaggio. Non gliele ha mandate a dire Piero Lucisano del Cci, così come il sindaco, definendo politically incorrect alcuni atteggiamenti, senza però mai nominarlo. Una rottura, quella fra Librandi e la maggioranza, ormai insanabile. Bisognerà ora capire chi fra gli altri tre dissidenti, lo sia ancora o sia rientrato mestamente fra i ranghi.
E pensare che Librandi, nel giorno del suo “ciaone” alla compagine di Giuseppe Graziano, aveva comunque “giurato fedeltà” a Mascaro: l’altro ieri, in fondo, non è andata mica così. Due voti contrari e, pare, l’impegno preso con qualcuno delle minoranze, di portare con sé in dote altri due pareri negativi dalla maggioranza, fatto comunque non verificatosi. In tutto questo, le reiterate richieste di una verifica della maggioranza, non sembrano affatto impensierire il sondaco. Il quale già nelle primissime settimane del suo mandato aveva perso Titti Scorza, dissidente anche lei, ma dal Pd. Da qualche tempo la consigliere, viaggia sistematicamente con la minoranza. Siede sempre dall’altra parte, pur senza intrattenere alcun rapporto di “buon vicinato”.
L’altra sera, nel suo intervento ha evidenziato anche fatti che – se confermati – sarebbero gravi. Sarebbe, infatti, stata tagliata fuori dalle comunicazioni istituzionali. «Devo apprendere da qualche collega quando si riuniscono e cosa accade nelle commissioni», ha detto. In un primo momento sembrava fare l’occhiolino all’area a sinistra delle minoranze (che com’è noto è formata da compagini e movimenti sia di centrodestra che di centrosinistra), RossanoFutura, quindi Tonino Caracciolo e Marinella Grillo. La Scorza non ha mai ufficializzato un passaggio così netto seppur abbia sottoscritto proprio insieme a RossanoFutura diversi documenti. Ed anzi, qualche settimana fa ha anche smentito questo suo “approdo”.
Come non considerare, infine, la richiesta di sospensione proposta dal sindaco e passata appena appena (12-10)? Dulcis in fundo, le feroci critiche sulla gestione e l’utilità delle commissioni consiliari. Tre piccoli grandi grane, insomma, per Mascaro che ancora non ha disinnescato quella del Pd, in attesa di un posto in giunta.
Luca Latella