Da un po’ di tempo sembra che gli amici della contigua Rossano abbiano tolto il famoso lenzuolo dal Patire… non si spiegherebbero altrimenti le alte temperature che si registrano nel nostro territorio sin dalle prime ore del mattino! L’aumento della temperatura sembra abbia determinato, in alcuni amministratori della mia città, una sorta di iperattività cerebrale che li porta a riflettere in modo intenso sulla legalità o meno di quel referendum pro o contro la fusione di Corigliano e Rossano, tanto da indire con urgenza un Consiglio Comunale in cui sembra che la maggioranza voglia richiederne la revoca.
E’ giusto chiedere trasparenza e legalità su un evento del genere che potrebbe essere alla base di uno sviluppo politico e culturale che valorizzando le potenzialità di questo territorio (agricoltura, turismo, commercio, artigianato etc.)potrebbe arrecare benessere e rilevanza politica. Pertanto, non sarebbe giusto e corretto negare ai cittadini la possibilità di esprimersi liberamente sull’argomento, soprattutto nell’immediatezza dello svolgimento dello stesso ( 22 ottobre 2017).
Nel febbraio del 2016, il Consiglio Comunale di Corigliano votava all’unanimità una delibera con la quale si dava piena e convinta adesione al progetto di fusione dei due Comuni. Dopo qualche mese, cominciavano nella maggioranza dei ripensamenti e si auspicava una più ampia fusione tirandovi dentro anche il Comune di Cassano allo Jonio. Cosa, a mio avviso, auspicabile ma poco probabile data la ubicazione dei centri storici dei tre comuni. Infatti, i centri urbani di Corigliano e Rossano sono a meno di un tiro di schioppo, mentre Cassano allo Jonio è a circa 45 Km. Inoltre, Corigliano e Rossano sono legati da un progetto comune che è quello del nuovo Ospedale che se sarà realizzato (e sembra che ci siano buone possibilità di realizzazione), dovendo sorgere al confine dei due comuni, quell’area potrebbe diventare il centro dove ubicare gli uffici amministrativi della nuova città e con un po’ di ambizione collocarvi anche lo scalo ferroviario. Per quanto riguarda Cassano allo Jonio, invece, potrebbe rientrare in un progetto di più ampia portata quale la creazione della ”area vasta” che ingloberebbe tutti i comuni dello Jonio cosentino nonché quelli dell’entroterra che già gravitano sul nostro territorio (Longobucco, Acri, paesi albanesi etc.) affrancando così tutta questa zona dalla dipendenza, quasi feudale, di Cosenza. Questo dovrebbe essere, a mio avviso, il progetto che l’amministrazione di Corigliano dovrebbe sostenere, farsene promotrice e portabandiera.
Focalizzando l’attenzione in questa direzione anche al più stolto risulterebbe al quanto fazioso discutere sul fatto che il referendum non ha il quorum o che la vittoria del “si” o del “no” dipenda dal totale dei voti dei due Comuni e quindi dalla percentuale ottenuta sommando i due elettorati.
In ogni caso, piuttosto che discutere del sesso degli angeli, chi sostiene il “NO”, sia fra i bruzi che fra i bizantini, ne spieghi all’elettorato le ragioni in modo da ottenere consenso e non negare al popolo un diritto per grettezza culturale.
Personalmente sono favorevole alla fusione poiché ritengo questa una buona occasione di crescita per questa area della Calabria, non tanto per le improbabili agevolazioni finanziarie e per l’interessamento per questo territorio da parte di imprese terze che ne potrebbero derivare, bensì per il sentimento di orgoglio e ambizione che potrebbe sorgere fra i cittadini di questa nuova comunità che potrebbe dar forza alle nostre potenzialità economiche, culturali e sociali e diventare così l’area trainante di questa regione. Sono sognatore? Che male c’è a credere e scommettere nelle capacità di questi due popoli?
Questa per noi è una grande occasione che sostengo con riserve, poichè il passato non depone a nostro favore in quanto a legalità: in primis, non dimentichiamo che il nostro Comune è già stato sciolto per infiltrazione mafiosa e attualmente siamo al vaglio della commissione antimafia; inoltre, altre riserve sono dovute alla presenza attiva di vecchi e compassati politici di Rossano che in passato hanno impugnato la bandiera del campanilismo più becero. Nonostante ciò, spero che questi signori saranno presto isolati e non avranno più la possibilità di mettere il lenzuolo al Patire e l’asino nel forno.
Dott. Rocco CHIARO