Girano strani commenti sia su facebook, sia sulla stampa, per i più in vista, sia tra le persone, circa i destini della fusione tra le due città di Corigliano e Rossano. L’avv. Candiano propone un cambiamento della legge adeguandola a realtà cittadine maggiori, ma almeno lui qualcosa di sensato lo pensa (anche se spesso pende solo dal lato delle finanze comunali, e della società ci si dimentica un po’ troppo facilmente, non parliamo poi della nuova classe dirigente, come giustamente ricorda il deputato Forciniti);
invece ci sono altri che prendendo spunto dalle obiettive difficoltà di un processo tutto da venire che comporta sì qualche piccolo sacrificio, ma in nome di un destino che ha enormi potenzialità, ebbene davanti a queste difficoltà si mettono ad urlare ai quattro venti come certe cornacchie quando qualcuno gli toglie la carcassa da spolpare, che la fusione è un fallimento, che è stata mal costruita, che i popoli non sono preparati, le mentalità sono diverse ecc., ecc. Persino i sostenitori di rifondazione comunista, che in teoria dovrebbero essere i più disponibili ai cambiamenti rivoluzionari, ebbene, persino loro dicono che la cosa non sta in piedi. Ma io non ce l’ho con nessuno, per carità, ognuno è libero di pensare come vuole, però ci sono dei dati obiettivi che non si vuole valutare facendoli sopravanzare dai dati soggettivi. Mi spiego. se le due economie sono basate entrambe su agricoltura, turismo e servizi, e i mercati sono compenetrati, perchè questo è avvenuto dagli anni sessanta ad oggi, se i matrimoni tra i due popoli continuano a prosperare felicemente, se ormai il confine urbano tra le due città è labile, cosa c’è che impedisce la fusione? Il fatto che si vuole restare attaccati alla propria mentalità. Questa è l’unica spiegazione reale del cancan che i contrari alla fusione stanno facendo. Che tradotto in politica significa il campanile, o meglio il campanilismo più ignorante. ma sì le due città hanno storie parzialmente diverse (nell’ambito di un comune destino feudale però) Corigliano più laboriosa, Rossano più bizantina, ma la società è andata avanti. Se no i due popoli che hanno votato massicciamente erano tutti diventati matti? Non lo sapevano i rossanesi e i coriglianesi che hanno votato per unirsi che le due città hanno teste diverse? Lo sapevano benissimo, però hanno pensato che unendo le teste e i corpi il risultato potrà essere migliore della coesistenza fianco a fianco. hanno pensato che si potrà finalmente avere un’ospedale degno di questo nome, una strada moderna e una ferrovia moderna, forse un mercato agricolo comune e forse la questione dell’enel risolta con una decisione presa da un comune solo, non da due comuni che si guardano da dietro un lenzuolo. No gli avvoltoi dicono che queste sono fantasie, i nostri centri storici diventeranno preda dei fantasmi, e chi ne ha più ne metta. Io consiglierei a questi brillanti esponenti delle classi più o meno dirigenti, di pensare che quando ci si deve mettere un vestito nuovo, magari mai visto prima, ci si può guardare allo specchio, prendere le misure, chiamare un bravo sarto, sì , questo si può fare, ma quando è ora di uscire per strada col vestito si deve uscire e basta. Poi se qualcuno troverà i difetti, abbiamo sempre un sarto per poterlo migliorare. C’è poi un ultimo particolare: siccome viviamo in democrazia e il popolo è sovrano, chi si fa scudo della democrazia per rinnegare la volontà popolare non è un buon consigliere.
Fabio Menin