Non sappiamo ancora come andrà a finire e se finirà questa faccenda del contagio da coronavirus. Ciò che invece sappiamo è l’allarme, che sfiora la paranoia, che si è diffuso un po’ dappertutto e che non fa capire più niente, anche grazie ai social, che in un attimo si sono riempiti di puttanate. Ecco perché nessuno sa davvero cosa fare e cosa pensare, tra chi ostenta indifferenza e chi, invece, segue ossessionato notiziari e social o chiede informazioni ai medici e ai centralini dei pronto soccorso. 

Insomma, a prevalere, per il momento, più che l’epidemia da coronavirus è l’epidemia da panico, dietro la quale, però, si muove qualcosa d’interessante, perché il coronavirus, con le città e le strade vuote o che presto si svuoteranno per qualche settimana, sta facendo fare la fine del topo alla movida, al divertimento a tutti i costi, allo sballo continuo e folle, allo shopping compulsivo, termometro cretino della spensieratezza e del benessere, che condiziona e contraddistingue la vita di merda delle nuove generazioni, e in generale di tanti dementi eterni adolescenti. LEGGI ARTICOLO COMPLETO