Potesse una trasmissione televisiva scuotere dal torpore e dal fatalismo secolare un popolo che per troppi lunghi anni, prono e con il cappello in mano, è stato umiliato, defraudato e calpestato, sarebbe cosa buona e giusta. Ma questo è uno dei tanti sogni (secondo, forse, solo al ponte sullo Stretto) che deliziano nipoti e nonni davanti al caminetto.
Coloro che pur potrebbero “sussultare” sono intruppati nella melassa, sbafano, crassi e satolli, nella mangiatoia e, dunque, a che pro tagliare il ramo dove sono comodamente assisi ? Povera gente di Calabria ! Raramente è capitato di assistere ad una rappresentazione così drammaticamente – farsesca ( sarà un ossimoro ? ) Il Generale-commissario ,dimissionato dallo stesso governo che a suo tempo l’aveva legittimato, è apparso la controfigura di se stesso ( l’ha confermato) oggetto e soggetto, mazzolato alla grande, da un super indignato Polimeni,su un ring mediatico,pugile –groggy , improvvisamente e impietosamente curvo e invecchiato sotto un peso che da sempre i calabresi portano sul groppo. Una sequenza degna di Scherzi a parte. Il «commissario per caso», pover’ uomo, davanti alle contestazioni sul mancato varo del piano anti Covid («Ah, dovevo farlo io da giugno?», per poi aggiungere, aggravando la sua situazione, «sarà pronto la settimana prossima»: a novembre inoltrato?), ignorava perfino quanti fossero i posti disponibili in terapia intensiva.
Ma ecco la soluzione : Il gomblotto” di memoria biscardiana. “Menti raffinatissime” ( alla Giovanni Falcone ) , “ il mondo di mezzo” ( al… Signore degli anelli ) massonico, con i suoi riferimenti a Roma“ che prima l’ha blandito poi l’ha scaricato. Dimentica “il Generale” di raccontarci però dov’era lui durante questi anni ? Com’è che la sveglia è suonata solo adesso con il Covid ? Solo adesso scopre ( quando per esempio la trasmissione delle Iene ne parla da anni ) che nella sanità calabrese le fatture ai privati venivano pagate tre volte e che c’erano appalti oscuri e il potere reale mercanteggiava su tutto, lui avrebbe tolto a quei signori il concime dal vaso cancellando milioni di euro di appalti sulla sanità calabrese ( sic!) Ora il premier che lo aveva nominato e confermato, lo ha scaricato con un tweet e sostituito immediatamente con Giuseppe Zuccatelli…(in attesa di…avanti un altro .. Gino Strada ?), il quale però non è meno controverso: famosa la sua frase “le mascherine non servono a un c***o”, inoltre è pure positivo e in quarantena Ma la sensazione è che questo sia il classico esempio in cui la toppa sia peggio del buco. Infatti il centrodestra è andato subito all’attacco, puntando il dito contro il governo giallorosso per la scelta fatta. Giuseppe Zuccatelli, è forse anche peggiore”. “Fino a che punto vogliono continuare a provocare i cittadini calabresi?”
Tra incompetenze, infiltrazioni della ndrangheta, clientelismi e sprechi, la sanità calabrese fa acqua da tutte le parti, e non da ora. Cinque aziende sanitarie provinciali: Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Poi ci sono le aziende ospedaliere di Reggio Calabria; Pugliese-Ciaccio e il Policlinico Mater Domini di Catanzaro; l’Annunziata di Cosenza. Una sanità tanto fragile da costringere il presidente, Giuseppe Conte, a dichiarare la Calabria zona rossa Covid, nonostante i numeri siano relativamente piccoli. Un sistema che ha portato la sanità calabrese non solo ad essere talmente fragile da non garantire ai calabresi di curarsi, ma di produrre un deficit che dai 55 milioni del 2006 è arrivato agli oltre 200 milioni di euro, motivo per cui la sanità calabrese è commissariata da più un decennio.
Il rischio concreto è che il sistema sanitario calabrese possa collassare da un momento all’altro……il resto è cronaca…..chi vivrà ( Covid permettendo ) vedrà.