di FABIO MENIN
Quando si va in battaglia e il proprio esercito è stato comprato a suon di favori e clientele varie, e quello dell’avversario è stato pure addomesticato dalle stesse clientele che senso ha parlare di battaglia a viso aperto?
E’ la situazione che sembra delinearsi dopo la candidatura di Occhiuto alla presidenza della regione, e dopo quella altresì della imprenditrice Ventura, che già gode di corposi appalti dallo stato italiano, ed è già finita nel mirino dei magistrati proprio con l’azienda di famiglia. . Si tratta di due nomine chiaramente pilotate dalle massomafie calabresi ( massoneria unita a ndrangheta) , che a tavolino cercano di predisporre in anticipo l’esito delle elezioni con uomini che fanno parte della cerchia dei fedeli agli affari nascosti( ai cittadini) di queste consorterie.
Ma c’è un terzo incomodo, in questo caso, rappresentato dal dott. De Magistris, già coraggioso magistrato antimassoneria e antindragheta che fu attaccato persino dal governo per il suo lavoro contro la massoneria deviata calabrese. Ebbene egli conosce perfettamente questi inciuci che da ormai diversi decenni imputridiscono le istituzioni statali calabresi , rendendole delle coperture di affari privati, da parte appunto del sistema delle massomafie. I principali dirigenti della regione Calabria sono stati scelti con questi metodi le inchieste hanno distrutto molti presidenti e consigli regionali, compreso l’ultimo, ma la classe dirigente calabrese continua imperterrita a tenere il potere in mano, priva di cultura, di modernità e di senso di rappresentanza della propria terra.
Ora de Magistris, non ho ancora compreso se davvero vuole continuare il lavoro di pulizia istituzionale che aveva iniziato un paio di decenni fa. Ma evidentemente ha il problema di scegliere candidati capaci di intercettare soprattutto il voto non controllato dalle clientele, cioè chi non va più a votare, che è la grande maggioranza dei calabresi( il 60%). Personalmente mi permetterei di dare un piccolo consiglio: gli uomini del PD o che lo sono stati, che certamente sono in disaccordo con l’attuale gestione caotica e affaristica calabrese, sempre succube dei voleri romani del partito, ma che hanno avuto peso istituzionale( sia nel pubblico che nel privato), e quindi in qualche maniera hanno un bacino di voti, li lascerei perdere e sceglierei le liste solo tra quelli che genuinamente anche per storia personale hanno sposato la causa della pulizia della calabra.
Dico questo non perché tra i fuorusciti o ex pd in Calabria non ci possano essere persone valide, ma perché se vuoi conquistare il voto di chi oggi non vota perché non ha più fiducia nelle istituzioni politiche locali solo scegliendo persone completamente nuove estranee al sistema dei poteri locali, si può sperare di raccogliere la fiducia piena della gente. Se si va a pescare nelle file dei delusi o esclusi del pd, che già hanno avuto responsabilità locali, certamente si potrà intercettare qualche voto di sinistra locale, ma non quello di chi non va a votare.
Proprio alcuni giorni fa ho avuto il grande piacere di ascoltare le parole di una candidata nelle liste di De Magistris nel nostro collegio , impegnata nel mondo della scuola e lontana anni luce dal pd calabrese, che intende la candidatura come strumento per la ricerca di pulizia e di progetti utili per noi calabresi, molto ferrata sui problemi del cosiddetto terzo settore, il volontariato. Però ho anche notato l’assenza alla manifestazione di un’altra candidata locale , che proviene invece dalle file dei delusi della sinistra, e che ha qualche presenza nell’ambito familiari nelle istituzioni rappresentative calabresi. Gli elettori esclusi dai cosiddetti pacchetti di voti, se decideranno di votare sceglieranno candidati nuovi se hanno voglia di cambiare il destino della Calabria.
Ma a ben guardare , per quel poco che comprendo io della politica locale, mi pare che i giochi siano per essere compiuti, come dicevo prima spinti dagli interessi che si nascondono tra le massomafie. Solo un’opposizione ferma e dichiarata con persone che la condividano, per il mio modesto parere, è in grado di contrastare con qualche speranza il potere malato delle massomafie calabresi.
E penso che De Magistris lo sappia bene, e mi auguro perciò che agisca di conseguenza.
PROF. FABIO MENIN