Il post-voto, da sempre, si caratterizza per discussioni di carattere politico, sia interne che esterne ai partiti. L’analisi del voto è un esercizio che richiede tempo e pratica e spesso i partiti,
parafrasando M. Twain, usano le statistiche come gli ubriachi usano i lampioni della pubblica illuminazione: “per sostenersi e non per illuminare”.
Qual è il dato che le elezioni consegnano alla città di Corigliano-Rossano? Al netto dell’elezione di Rapani, Scutellà e Baldino (quest’ultima è legata al territorio più per adozione che per linea di sangue o per militanza politica) e del posizionamento delle liste politiche il post-voto ci consegna elementi importanti: il primo è l’astensione. Da una prima analisi, questo è il dato peggiore della storia Repubblicana: il 43% (senza contare schede bianche e nulle; altrimenti scendiamo al 37,40%). È vero: è stata una campagna elettorale anomala, piatta nei contenuti e, tuttavia, questo dato deve essere raccolto, non solo da chi fa politica ma anche dalle Istituzioni. La partecipazione politica deve vedere il cittadino elettore coinvolto non solo nel periodo pre-elettorale ma durante tutto il ciclo democratico. Le istituzioni devono farsi carico di questo problema e mettere in atto iniziative ad hoc. Va sviluppato ad esempio il concetto di cittadinanza attiva; l’amministrazione potrebbe farsi carico di avviare una serie di percorsi propedeutici come con l’intento, ad esempio, a spiegare la legge elettorale. Si potrebbe pensare, inoltre, di formare gli iscritti nelle liste dei presidenti di seggio e degli scrutatori. Si potrebbero avviare diversi percorsi virtuosi tesi a stimolare la partecipazione politica, coinvolgendo istituzioni come la Chiesa ed il mondo dell’associazionismo.
Un altro elemento significativo è quello dell’orientamento del voto. In città prevale un voto di matrice populista, al pari del trend regionale. Se il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica della città, questo deve far riflettere! Pensare che sia solo per via del reddito di cittadinanza e dei suoi percettori è un’analisi semplicistica. Il Movimento 5 Stelle è stato in grado di raccogliere il voto, soprattutto in assenza di una vera offerta politica. Chi non era orientato verso il centro-destra ha votato, prevalentemente, il Movimento 5 Stelle. Il voto a Fratelli d’Italia, trainato dal candidato locale, ha una matrice ideologica, ma anche una componente che “attira” il voto di protesta.
Per noi di Azione sarà fondamentale avviare un percorso distinto e distante da quest’amministrazione, ma anche alternativo. Infatti, pensiamo che con un progetto alternativo si posa raggiungere l’emancipazione di Corigliano-Rossano.
Carlo Calenda propone uno scenario diverso, per certi versi rivoluzionario. La sua è una visione politica che si basa su scelte chiare, nette. Scelte che non sempre accontentano tutti. Del resto la politica deve trovare soluzioni non deve “piacere” per forza. Il partito di Azione anche nella terza città della Calabria vuole essere in grado di intercettare la delusione della classe dirigente tradita dal Partito Democratico e quella che non si identifica nel sovranismo di Giorgia Meloni.
Una terza via non solo è possibile è necessaria. Il percorso verso le prossime amministrative non è ancora iniziato ma tutto il gruppo dirigente di Azione ha le idee chiare: costruire una coalizione liberal-socialista che includa le forze moderate all’interno di una visione chiara e futura di città. Siamo aperti al dialogo con tutte quelle forze politiche che sono pronte a rifiutare i populismi e condividere la nostra idea di Città.
Perché la politica parte soprattutto dai partiti.