La Chiesa, anche quella diocesana che è in Rossano-Cariati, per un più vivificante cammino di conversione quaresimale, ripropone la centralità del Sacramento della Riconciliazione (2 Cor.5,17-20), con la presenza fra noi dei ” Missionari della Misericordia”. Quando la Buona Notizia del Messaggio di Gesù è confinata nella dottrina e nel catechismo tutto va bene, ma quando il Vangelo diventa vita e prende forma concreta nell’esistenza di noi credenti, allora sorgono anche i tenaci difensori delle “tolleranza zero”, i quali si allarmano e causano sofferenza a molti cristiani.
E’ necessario quindi ritornare alla Beatitudine evangelica del <<Beati i misericordiosi, perchè questi riceveranno misericorda (Mt.5,7)>>
Gesù con profonda ironia chiedeva ai pii farisei, ai sommi sacerdoti e agli scribi, tutti quanti esperti delle Sacre Scritture:<<Non avete letto che . . . (Mt.12,3;21,16)>>? Anche loro leggevano ma non capivano , avevano occhi ma non vedevano (Mc.8,18), perchè la Sacra Scrittura si comprende solo se letta con lo Spirito che l’ha ispirata: l’amore incondizionato del Creatore per le sue creature.
La stessa domanda andrebbe posta oggi a quegli ecclesiastici , i quali si scandalizzano ancora del Messaggio di Gesù, quando invita a perdonare << non sette volte ma settanta volte sette (Mt.18,22)>>. Tali numeri non indicano la quantità ma la qualità del perdono,che deve essere come quello di Dio, che per noi è Genitore. Purtroppo la nostrana emergente gerarchia della “tolleranza zero” si consolida sempre più in una struttura di potere e non di servizio , a garanzia di se stessa e ferma nel difendere i propri privilegi, ma esitante nell’accogliere forme nuove di vivere il Vangelo.
Noi cristiani siamo una casta mummificata nei riti e anacronistica nei sontuosi e ridicoli paludamenti e non sappiamo più rispondere alle necessità dell’uomo d’oggi e alle sfide della società in evoluzione e allora si ripropongono solo e sempre vecchie formule ai nuovi bisogni nell’era della rivoluzione sessuale e della rivoluzione bio-tecnologica di una società in trasformazione per un processo di legittimazione di minoranze ancora oppresse.
Si riesumano allora ammuffite affermazioni dottrinali che odorano di naftalina da Codex e non del Profumo della vita. Siamo arroccati nell’intransigenza e ci sentiamo minacciati da quello che invece dovrebbe essere l’unico distintivo che ci dovrebbe rendere riconoscibili come uomini e donne di Dio: la Misericordia . << Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso (Lc.6.36)>>.
La nostra Chiesa,quella misericordiosa, è un “ospedale da Campo”, sempre china sulle ferite degli esseri umani per curarne amorvolmente le ferite (Lc.9,2).
Dio è Amore (1Gv,4,8)>> e l’amore quando è racchiuso in una dottrina diiventa sterile e inefficace. L’amore si trasmette solo con opere concrete, che comunicano, alimentano e arricchiscono la vita dell’uomo ed è il tratto distintivo dei seguaci del Cristo. <<Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri .(Gv.13,35) >>. Non una dottrina stereotipata, non un culto devozionale, non un’ elemosina senza condivisione, non un volontariato burocrate e a volte vetrinista ,non un associazionismo autocelebrativo ma . . . l’A-mo-re!!!.
Il <<tra voi non sia così (Mt.20,26)>> è il monito sempre attuale di Gesù e non si può continuare a disattenderlo perchè interpella continuamente la nostra Chiesa, chiedendoci di sostituire i rapporti di potere con quelli di amore, quelli di dominio privilegiato con quelli di servizio grembiulizzato, quelli di interesse con quelli di generosità…per essere con tutti (Mc.9,40) autentici costruttori di “cieli nuovi e terre uove (2 Pt.3,13)” nella Civiltà dell’amore.
Quando noi cristiani non siamo capaci di offrire una sguardo di misericordia, che esprime indulto e perdono, e quando con azioni concrete non aiutiamo gli altri ad uscire da situazioni di difficoltà, ma ci limitiamo solo ad una passiva meraviglia o ad un ingeneroso giudizio di fronte a qualsiasi evento di fragilità umana, pretendendo l’ applicazione della legge nella rigidezza della stessa dottrina, significa che il Sale ha perso il suo sapore e << a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalle gente (Mt.5,13)>>.
Corigliano Rossano 15 marzo 2019. FRANCO PALMISANO