Ogni anno con l’avvicinarsi delle feste di Carnevale, anche nella nostra comunità che è in Corigliano Rossano, riprende con forza la crociata di tanti nostrani bigotti che vedono in questi eventi il trionfo del male. Tutto ciò nasce dal fatto che noi cristiani siamo eredi di una spiritualità,che, distaccatosi dai Vangeli, ha devastato in maniera irrimediabile la vita dei credenti. La spiritualità cristiana si occupa più della sofferenza che dell’allegria, più della mortificazione che del piacere, più del pianto che del riso.
Siamo tutti purtroppo “gementi e piangenti in questa valle di lacrime” in cui si sguazza devotamente perché siamo nati per soffrire e la felicità è situata , come si dice, nell’aldilà. La felicità degli uomini in questa esistenza non è affatto contemplata. Siamo eredi di una tradizione spirituale tetra e pessimistica dove le parole , gioia e felicità, vengono viste con sospetto.
Come credenti però ci dobbiamo liberare da ogni paura (Mt.28,10) e rivestirci della Gioia del Vangelo in una Chiesa in Uscita . . . che sa accogliere nel proprio “Grembo Generativo” quella linfa vitale che il Cristo ha ricevuto dal Padre e che poi ha donato ai suoi sul Golgota, quando ci ha trasmesso il suo Spirito. Questo Spirito , essendo Forza vitale , ci comunica la Vita stessa di Dio , per cui la vita del credente , identificandosi poi in Lui , diventa “sorriso di Dio”, cioè Gloria del Dio Vivente (Gv.17,22-23).
Gesù aveva detto ai suoi discepoli << Come il Padre ha amato Me, così anch’IO ho amato Voi. Rimanete nel mio Amore, perché la mia Gioia sia in Voi e la vostra Gioia sia Piena (Gv.15,9-11) >>. La gioia nel linguaggio biblico significa festa, cioè festività, banchetto nuziale. Non quindi un sentimento interiore che uno sente ma una necessità impellente di manifestazione esteriore in parole e gesti verso gli altri.
La gioia pertanto di sentirsi amati dal Padre conduce i credenti, come Gesù, a mettersi il Grembiule , non per essere una Vetrina di Servizio ma per essere , ogni giorno, Memoriale eucaristico, operando con Lui e come Lui alla costruzione della Civiltà dell’amore in un mondo, in cui noi tutti siamo Figli dello stesso Padre e quindi fratelli fra noi ed eredi della vera vita , quella eterna.
Solo così si entra in un dinamismo crescente e traboccante di condivisione e contagio. Più si trasmette amore agli altri e più si permette al Padre una comunicazione di amore senza fine , per cui Gesù ci assicura che << la mia gioia>>> diventa <<la vostra gioia e GIOIA PIENA>>.
Corigliano Rossano, 21 febbraio 2020. FRANCO PALMISANO