Con oltre 600.000, il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” di Rossano in questi suoi 13 anni di vita conferma una crescita costante d’interesse. Un modello di riferimento che dimostra come il Bel Paese possa far girare l’economica puntando strategicamente sulla cultura.
«Quando nell’estate del 2001 – ricorda Fortunato Amarelli – inauguravamo il Museo, vi era ancora qualche diffidenza: in pochi avrebbero scommesso sull’effettiva efficacia e soprattutto sull’effetto moltiplicatore di un esperimento che allora appariva quasi come una provocazione estemporanea. Oggi, a distanza di 13 anni, secondo in Italia soltanto al Museo Ferrari e primo (per Tripadvisor nel 2013) nella scelta dei musei in Calabria, il “Giorgio Amarelli” è diventato punto di riferimento indiscusso per l’originalità, per i numeri e per la sua subito conquistata riconoscibilità regionale, nazionale ed internazionale». Nello stesso anno della sua inaugurazione, il 17 novembre nel 2001, all’Amarelli viene attribuito a Venezia l’autorevolissimo Premio Guggenheim – Premio Speciale Il Sole 24 Ore, assegnato alla migliore azienda debuttante. Il Museo entra quindi a far parte degli Hénokiens, la prestigiosa Associazione Internazionale che riunisce le aziende familiari bicentenarie di tutto il mondo, della quale Pina Amarelli è vicepresidente. Così come entra, sin da subito nella rete di Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa nata anch’essa nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria con l’obiettivo di individuare, promuovere e mettere in rete le imprese che hanno scelto di privilegiare il proprio patrimonio culturale all’interno delle proprie strategie di comunicazione. Ed in questo club prestigioso, il brand Amarelli ed il nome di Rossano stanno in compagnia dei marchi più noti del Made in Italy. Nell’Aprile 2004 le Poste dedicano al Museo uno speciale francobollo.
Giacinto De Pasquale