“Ragazzi di vita”. E di morte. Una morte violenta, quella di Pier Paolo Pasolini, che fa da contraltare al titolo d’un altro dei suoi romanzi più celebri, “Una vita violenta”. E tra quei ragazzi di vita che si prostituivano per poche migliaia di lire nella Roma degli anni Settanta vi sarebbe stato pure un coriglianese, non proprio giovanissimo.

Il nome viene fatto da una fonte a una giornalista napoletana che da tempo indaga su uno dei tanti misteri italiani, l’omicidio del controverso e scomodo scrittore, poeta e regista, da molti considerato il massimo intellettuale italiano della seconda metà del Novecento.
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