Dopo aver assistito inermi agli enormi scippi subiti dal territorio, verificatisi e anche determinati nel corso del triumvirato Peppe (Scopelliti), Geppino (Caputo) e Peppino (Antoniotti), questo sindaco e la sua maggioranza rischiano seriamente di toppare anche sulla problematica Enel. Solidarieta’ e vicinanza ai nostri concittadini che hanno manifestato davanti ai cancelli dell’Enel, seriamente preoccupati per il loro futuro lavorativo.
E pero’ le dichiarazioni del sindaco Antoniotti non lasciano presagire nulla di buono, ma denotano una ormai conclamata incapacita’ nell’affrontare e gestire situazioni di ampio respiro, come quella inerente l’Enel, che mettono in forse il futuro lavorativo di tanti nostri concittadini.
Pur non volendo infierire sul sindaco, e sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, le sue dichiarazioni, il fatto che abbia rivolto preghiere al consigliere regionale Graziano per investire della questione il governatore Oliverio, se da una parte suscitano sentimenti di tenerezza, dall’altro attestano una atavica incapacita’ del medesimo e certo non sono proprie di chi ha l’onore e l’onere di rappresentare la citta’.
Dimentica il sindaco che egli governa (???) una delle piu’ importanti citta’ della Calabria e dimentica il sindaco che e’ vero che l’Enel in quasi 30 anni di attivita’ ha dato lavoro a questo territorio, ma e’ pur vero che ha fatto i propri interessi producendo e vendendo un surplus di energia che veniva fornita a molte regioni dell’Italia.
Dunque, ha dato si’ lavoro, ma ha prodotto e raggiunto utili ed interessi economici che superano di gran lunga le spese sostenute per le spettanze dei lavoratori.
Stando cosi’ le cose, non e’ dignitoso e non e’ giusto rincorrere l’Enel perche’ ci dica cosa vuole fare.
La dignita’ che dovrebbe e deve caratterizzare il sindaco di rossano impone invece, prioritariamente, due questioni importanti:
la prima e’ quella di convocare presso la casa comunale, meglio, all’interno del consiglio comunale i vertici dell’Enel per pretendere che nessuno dei lavoratori attualmente in forza presso la centrale perda il posto di lavoro (anche se la centrale non produce va, comunque, manutenuta);
la seconda e’ quella di coinvolgere sulla questione del futuro della centrale tutto il territorio, sentendo anche le organizzazioni sindacali e le varie associazioni territoriali per addivenire a possibili proposte ecocompatibili, congruenti alle vocazioni turistiche ed agricole del territorio.
Dopo aver atteso oltre quattro anni, perdere altro tempo sarebbe veramente deleterio per il futuro dei nostri concittadini e dello stesso territorio.
Ermanno Marino (Sel) Leonardo Trento (Psi)