Una poltrona per 10 fra trasversalismi, bailamme e “puri”
Che Rossano sia sempre stata all’avanguardia ed un laboratorio politico a livello nazionale, è fuor di dubbio se è vero com’è vero che da queste parti il compromesso storico si è stretto nei primi anni ‘80 e che le giunte di centrosinistra hanno governato agli inizi degli anni ’70.
Passano gli anni ma non la “lungimiranza” bizantina e così sul solco tracciato a Roma, Antoniotti viene defenestrato dalle dimissioni di 13 consiglieri qualche mese prima del suo ormai ex collega Occhiuto.
E se è vero che la storia “gira”, non sono pochi gli analisti della politica cittadina che credono che una sorta di nuova versione del “compromesso storico” potrebbe governare la città nei prossimi anni.
E’ sempre più insistente, infatti, la voce secondo la quale vi sarebbero accordi trasversali per eleggere il sindaco. Accordi, dunque, fra rappresentanti del centrodestra e del centrosinistra cittadino, ammesso che esistano ancora queste “distinzioni”. I ben informati riferiscono, comunque, di incontri fra ex rappresentanti di Udc, Forza Italia, Italia del Meridione, Sel e, forse, i socialisti sedersi attorno ad un tavolo, celando il tutto sotto l’egida di un movimento. Sarà, lo sapremo di certo nei prossimi giorni.
Di certo, fa e farà discutere il numero di partecipanti alla prossima competizione elettorale comunale che si terrà il 12 giugno. Tanti, forse troppi, stanno affilando le armi con il “rischio” che il centrodestra possa schierare quattro concorrenti, altrettanti a sinistra, più gli autonomi e forse qualche hipster.
E’ notizia fresca fresca la discesa in campo, in prima persona, di Giuseppe Caputo. L’ex sindaco e consigliere regionale pare abbia sciolto le riserve dopo una riunione allargata tenutasi domenica sera. La sua candidatura non è ancora ufficiale ma nell’alveo, al momento, dell’ufficioso. Insomma, da uno e trino, il centrodestra cittadino sarà soltanto trino. Se prima Caputo rappresentava il deus ex machina della destra bizantina, colui che tesseva le fila e faceva crescere sotto le sue ali Rapani e Antoniotti, oggi i tre saranno avversari-concorrenti. Ed a quanto pare senza alcuna speranza che qualcuno incarni la parabola del figlio prodigo perché mentre i rapporti fra Caputo e Antoniotti sono ormai inesistenti, Rapani ha messo in moto la sua macchina organizzativa da oltre due anni in perfetta autonomia dopo il divorzio burrascoso dal Pdl.
Ai tre, da “quarto” incomodo, potrebbe fungere Vincenzo Scarcello. Come ampiamente anticipato, l’ex presidente del Consiglio che sabato prossimo sarà presentato alla città nelle sue vesti di coordinatore cittadino del movimento di Giuseppe Graziano, il “Coraggio di cambiare l’Italia”, non è affatto da escludere che possa candidarsi a sindaco.
Più che intricata la matassa centrosinistra. Il Pd vuole proseguire sulla strada intrapresa, la “mozione” Sergio Caliò; Titti Scorza e Antonio Micciullo invocano le primarie. Così si mormora che anche da quest’altra parte saranno in quattro o forse più: Sergio Caliò, Tonino Caracciolo, il movimentista Flavio Stasi, il “compagno” Franco Marincolo e per come si mormora, il socialista Leonardo Trento.
Nel mezzo i grillini che presenteranno quasi certamente qualcuno (lo avevano annunciato entro il 30 gennaio) e gli ex grillini come Pasquale Catalano.
Totale teorico: 10/11, o forse più. Niente male.
Luca Latella