Adesso inizia il bello. Con le due delibere approvate dai rispettivi consigli comunali che delegano la Regione ad indire il referendum popolare, non si ferma e non si fermerà di certo l’attività del Comitato delle 100 associazioni per la Fusione dei Comuni di Corigliano e Rossano che da ormai quasi tre anni sta guidando il progetto.
Anni certamente duri, nei quali le associazioni che operano sul territorio vi hanno investito grande impegno con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i due consigli comunali, dai quali, attraverso l’approvazione dell’atto di impulso, doveva partire l’iter di fusione. Ma questi sono solo due dei tre step necessari, perché da oggi inizia la vera sfida: condurre le due cittadinanze al referendum, consapevoli dei benefici che un’operazione del genere, l’unica in Italia, porterà a quest’area ed a cascata all’intero territorio e che non sono solo di carattere economico.
Se coriglianesi e rossanesi diranno sì al referendum, allora Corigliano-Rossano diventeranno un’unica città con una popolazione di 80 mila abitanti, il che la proietterebbe ad essere la terza città della Calabria dopo Reggio e Catanzaro e la 66a in Italia. Tradotto in soldoni, la città unica si renderà per forza di cose autorevole, bypassando le ataviche incapacità politiche di rappresentare e curare gli interessi del territorio, il più ricco della regione, qual è la Piana di Sibari con a guida Corigliano e Rossano.
Da più parti, nel frattempo, si ascoltano sindaci dei comuni limitrofi apprezzare questo cammino. Da Crosia a Mandatoriccio con buona parte dell’Alto Jonio, sembrano essere tutti convinti delle ricadute positive che un polo urbano di queste proporzioni genera sull’intero territorio.
L’altra sera in una partecipatissima riunione del Comitato convocata all’Hotel San Luca, alla quale ha partecipato anche un’ampia delegazione del Comitato Pro Referendum di Corigliano, si è fatto il punto della situazione, si sono tracciati i prossimi passi e si e discusso anche “rapporti” coi vicini. Qualcuno ha evidenziato come il processo di fusione troverebbe giovamento da atti politici di sostegno, approvati dai consigli comunali dei comuni dell’hinterland mentre altri hanno sottolineato la probabile ostilità dal quale sarà circondato il progetto, nelle stanze della Regione e della politica regionale.
Argomenti che, comunque, non scoraggiano chi ha lottato per anni. Amerigo Minnicelli, referente del comitato, più che soddisfatto, ha aperto la riunione rammentando lo storico momento offerto nei giorni scorsi dall’assise civica coriglianese ed annunciando la crescita del comitato giunto a 111 associazioni firmatarie.
“Il dato politico è certamente rilevante – ha detto Minnicelli – perché l’approvazione della delibera a Corigliano ha sepolto posizioni strumentali ed ha liberato una cascata di sì convinti al processo di fusione. Proporremo alle due amministrazioni di istituire una commissione consultiva che segua l’iter passo passo. Certo, non abbiamo centrato ancora l’obiettivo – ha aggiunto – e per questo dobbiamo lavorare ancora molto. E’, inoltre, importante che il percorso si incammini in un certo modo, senza ulteriori perdite di tempo. Noi siamo pronti e resteremo vigili e stimolanti sulla Regione”.
“Le regioni sono delegate dalla legge Del Rio all’attuazione – ha aggiunto dal punto di vista “tecnico” Enrico Iemboli, ex sindaco di Scala Coeli, rossanese d’adozione, sostenitore convinto – e presto inizieranno a discutere di Area Vasta. Le due delibere ci mettono in una posizione di attenzione, così da attirarla naturalmente. Sarà fondamentale il potere contrattuale che Corigliano-Rossano assumeranno con la fusione e che sta mettendo in guardia la Regione. Ma noi non dovremo abbasarla perché c’è chi ha interessi a giocare a destabilizzare. Ora dobbiamo attendere il decreto del presidente della Regione, toccherà soltanto a lui, non alla giunta e non al consiglio regionale, firmare l’atto che indice il referendum. Lo faccia in tempi rapidi, Oliverio – ha tuonato Iemboli –. Noi rimarremo in pressing costante”.
A chi ha sempre lamentato che le due delibere fossero scatole vuote, prive di contenuti, Iemboli ha risposto così: “Non potevamo farlo prima, non sono contratti. Il progetto da riempire di contenuti parte adesso”.
Luca Latella