Un confronto aperto tra le ragioni del sì e quelle del no. A pochi giorni dal referendum che domenica prossima chiamerà l’Italia alle urne, l’associazione “25 Aprile – Marco De Simone” ha voluto organizzare un incontro con i cittadini per fare informazione e discutere nel merito della riforma costituzionale, senza tuttavia voler dare indicazioni di voto in un senso o nell’altro, come sottolineato in apertura dal vicepresidente dell’associazione Vincenzo Palopoli.
Faccia a faccia, nella Sala Rossa del Palazzo San Bernardino a Rossano, ieri pomeriggio si sono trovati Giovanni Bianco, docente dell’Università di Sassari, che ha messo in evidenza i limiti e le potenziali conseguenze negative delle modifiche proposte dal Governo, e il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, che ha invece ribattuto sostenendo la validità della riforma.
Una riforma anticostituzionale, ha sostenuto Bianco, che snatura il senso della Carta apportando uno squilibrio tra i poteri dello Stato. «Punta – ha detto il docente – a razionalizzare i rapporti tra Governo e Parlamento a tutto vantaggio del primo». Riforma, peraltro, sottoposta al vaglio degli italiani attraverso «un quesito vago e confuso, che mette insieme troppe questioni diverse». A cominciare dalle modifiche che riguardano la composizione del Senato, che non sarà più eletto direttamente dai cittadini e sarà invece composto di consiglieri regionali e sindaci. «Un Senato – ha proseguito Bianco – di nominati che non rappresenterà più un contropotere, come era invece nelle intenzioni dei padri costituenti». E poi la nota dolente del Titolo V e dell’articolo 117, che ridefinisce la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni accentrando molte materie, il che – ha sostenuto – non servirà affatto a fare chiarezza ma anzi ad aumentare i conflitti di attribuzione.
Ha fatto da controcanto l’analisi di Giudiceandrea, che ha portato avanti la tesi della positività del cambiamento: «Restare fermi è sbagliato – ha detto – e se non si fa adesso chi farà riforme dopo?». Il consigliere ha ribattuto alle affermazioni di Bianco respingendo le accuse di incostituzionalità e difendendo la bontà delle modifiche alla Carta costituzionale. Il nuovo Senato? «In realtà sarà più rappresentativo di quello attuale, eletto sì dal popolo ma attraverso liste bloccate. I consiglieri che andranno in Senato saranno davvero persone elette dal popolo». Nessuna confusione nell’iter legislativo: «L’articolo 70 è complicato a livello lessicale solo perché contiene delle previsioni tecniche necessarie». E poi l’articolo 117, oggetto – secondo Giudiceandrea – di modifiche necessarie per porre fine a un «regionalismo esasperato che ha portato solo disastri».
Il dibattito, moderato dalla giornalista Mariassunta Veneziano, ha visto la partecipazione attiva del pubblico, che ha contribuito alla buona riuscita dell’evento con domande e riflessioni. All’iniziativa ha preso parte anche il sindaco Stefano Mascaro, che ha portato i saluti istituzionali.