La dura denuncia di Carlo Micciullo affidata ai social: «Al tavolo c’era chi si è offerto a Caputo»
C’è chi vede – sempre – il bicchiere mezzo pieno, chi mezzo vuoto. Una norma nel Partito democratico rossanese. Che ieri ha celebrato il congresso cittadino.
Lapidario nei commenti il segretario Franco Madeo: «Grande partecipazione e bellissima giornata di democrazia» si lascia andare ad un commento su Facebook, postando delle foto della manifestazione. Per l’esattezza, 141 partecipanti su 205.
C’è però chi non la vede così, chi, dall’interno, lancia non frecciatine, ma vere e proprie bombe a mano contro i suoi compagni di partito. Giusto a dimostrazione di come stia messo oggi il Pd.
Che abbia vinto la mozione Renzi, è un dettaglio.
Il bicchiere mezzo vuoto lo vede certamente Carlo Micciullo, già amministratore di lungo corso, padre del consigliere comunale Antonio. Quella di Micciullo è un bombardamento a 360° gradi. Partendo dalla solita solfa del perché la tessera a quello sì e quell’altro no – come aveva chiaramente evidenziato l’ex tesserato a cuoi non è stata rinnovata, Tonino Caracciolo – Carlo Micciullo, anch’egli si affida ad un post su Facebook, a corredo dell’entusiasmo sciorinato dal segretario cittadino.
Agli smemorati, nel frattempo, ricordiamo che il Pd oggi a Rossano è all’8% ma sostiene di aver vinto le elezioni dopo essersi aggrappati al moviomento di Giuseppe Graziano, Il Coraggio di Cambiare. Sempre ai medesimi, Micciullo, invece, rammenta che il partito, meno di un anno non è stato in grado di “chiudere” una lista di 24 candidati. Il che la dovrebbe dire lunga su come oggi sia combinata la vena “dem” cittadina, asfissiata da mille battaglie interne, che lo stesso Micciullo lascia chiaramente intendere.
«Sono ritornati – scrive Carlo Micciullo – gli interessati alle prebende, quelli che, quando dovevano dare un segnale di disponibilità al sacrificio ed all’appartenenza, sono scappati mortificando il PD che è stato costretto a presentare una lista incompleta ai suoi elettori. Al tavolo della presidenza c’era un signore che aveva offerto la sua candidatura alle liste di Caputo, c’erano i candidati a consiglieri di Caracciolo, ai quali è stato concesso di iscriversi e votare, sapendo che lo statuto non lo permette. C’era chi pur lasciando il gruppo del PD e lanciando strali e violente calunnie verso i suoi rappresentanti gli viene accettata la tessera e vota. Dulcis in fondo, per non farci mancare nulla, hanno litigato arrivando alle mani per un posto di delegato, ed proprio quelli che sono scappati. Ieri è stata l’ennesima giornata della vergogna per il Pd. Adesso Guglielmelli e Magorno decidano se Rossano merita una tale classe dirigente. Perché i giovani, le donne, gli uomini e quelli che si sono sempre sacrificati per dare voce e ruolo al PD chiedono legalità e giustizia. Viva il PD».
Micciullo conclude – raggiunto per telefono – tutta l’amarezza per «aver concesso di votare a gente che sottoscriver la tessera on line, ma che non era legittimata, come una consigliera comunale».
Ancor più grave, corrispondesse al vero, l’«arrivare alle mani» per un posto da delegato.
Ma in fondo, che sarà mai. Ormai n questo Pd non sorprende più nulla.
Luca Latella
(Fonte: Cronache delle Calabrie)