Viscomi: «Grande esempio di democrazia partecipata»
Mancano circa sei mesi al referendum consultivo che offrirà ai cittadini l’ultima parola sulla fusione delle due municipalità di Corigliano e Rossano.
Un lasso di tempo che servirà, anche grazie ai comitati spontanei per il Sì, che si stanno organizzando un po’ ovunque sul territorio, per far comprendere i grandi benefici dell’operazione.
In quest’ottica ne hanno parlato martedì sera in un convegno organizzato da Zona Dem e moderato da Danilo Lefosse, il coordinatore delle 100 associazioni per la fusione, Amerigo Minnicelli, i consiglieri comunali Titti Scorza, Tonino Caracciolo e Flavio Stasi, il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, il sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, con le conclusioni affidate al vicepresidente della giunta regionale, Antonio Viscomi.
Minnicelli, nel suo excursus anche storico ha rammentato il tradimento della politica a questo territorio negli ultimi 50 anni e chiesto ai rappresentanti politici di adoperarsi affinché l’area urbana già esistente ma declassata, torni di primo livello. Ha quindi invitato i due sindaci a scegliere e dimostrare in modo chiaro se condividere il progetto della fusione oppure no. «Questa operazione non servirà a noi. Oggi siamo qui – ha concluso – per tentare di offrire un futuro migliore alle prossime generazioni».
Bevacqua ha rimarcato come il territorio debba recuperare la sua autorità politica proprio grazie alla fusione. Tra i consiglieri comunali Caracciolo, ha chiesto alle due amministrazioni di inziare a lavorare insieme ed in sinergia sulla «progettualità dell’area urbana ed in particolare sulle scelte e sugli investimenti comuni che riguardano lo sviluppo della futura città unica».
Il sindaco Mascaro ha, poi, auspicato maggiore collaborazione con l’amministrazione di Corigliano, iniziata già da qualche settimana. «Se vincesse il sì, sono disponibile a dimettermi prima – ha detto – così da dare la possibilità di votare prestissimo per un sindaco unico. Qualche problema lungo il cammino c’è, ed è la politica a crearlo. Senza fusione non abbiamo futuro: gli anziani stanno tornando perché non vivono più al nord con le loro pensioni e i giovani se ne stanno andando».
«Quando si parla di fusione – ha poi aggiunto Viscomi – si parla di futuro. Questo progetto è un esempio di buona politica che parte dal basso. Il papa dice che bisogna attivare i processi e non occupare gli spazi: ecco, Corigliano e Rossano hanno attivato un processo che in sé è rivoluzionario perché implica un cambiamento culturale e nelle coscienze. Se chiedessi a tutti come immaginano la Calabria, nessuno saprebbe rispondere perché siamo affogati dalle emergenze. Dobbiamo fare questo tipo di politica, come diceva Minnicelli, per i nostri figli. I comuni oggi – ha spiegato – non riescono più a erogare servizi, anche quello grandi come Rossano e Corigliano. Ecco, la fusione serve a migliorarli. Questa è democrazia partecipata, il comune che nascerà includa nel nuovo statuto le assemblee di quartiere, strumenti di partecipazione che abbiano ricadute nei processi decisionali. Avere le mani pulite – ha concluso Viscomi citando Don Lorenzo Milani – e tenerle in tasca non serve a nulla, ed allora rimbocchiamocele».
Luca Latella
(Fonte: Cronache delle Calabrie)