Checché ne pensino i “mendicanti” della fusione, l’iter procede in avanti a grandi falcate. D’altronde Mario Oliverio in più occasioni, ed anche in una seduta del consiglio regionale del gennaio scorso, si era impegnato a condurre – per come vuole la legge – il processo lungo i vari “step”.
Il primo, quello più importante è stato superato con il referendum popolare del 22 ottobre scorso che ha decretato un netto “sì” alla fusione, nelle due città.
Il secondo step, altrettanto importante perché istruirà la legge “Graziano” (182/10) per poi potarla all’approvazione del consiglio regionale in una prossima seduta, si registrerà il 6 dicembre, giorno in cui è stata convocata – ed è questa la grande notizia di giornata – la Prima Commissione “Affari Istituzionali, generali e normativa elettorali”, presieduta da Franco Sergio. La proposta di legge sarà trattata come primo punto all’ordine del giorno ed il relatore sarà proprio il presidente Sergio dopo l’esclusione per le ormai note vicende legate al ricorso presentato da Gianluca Gallo, di Giuseppe Graziano. Alla seduta sono stati invitati anche il vicepresidente della giunta regionale, Antonio Viscomi, il Dipartimento di Presidenza e quello “Organizzazione e risorse umane”.
Passata al vaglio della prima commissione, la proposta di legge poi approderà in Consiglio regionale per l’approvazione e trasformarsi quindi in legge.
Quel giorno – siamo al terzo “step”– sancirà ufficialmente la nascita della città di Corigliano-Rossano con la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà in neonato ente alle elezioni. Il tutto, per come vuole la legge, entro sessanta giorni dalla pubblicazione – avvenuta nella scorsa settimana – sul Burc dei risultati referendari. Si presume, quindi, che la massima assise regionale sarà convocata per approvare la legge sulla fusione entro la fine di gennaio 2018.
Ratificata la legge sarà nominato un commissario prefettizio e si procederà allo scioglimento dei consigli comunali e delle giunte. Solo i due sindaci, fra gli organi eletti e nominati, affiancheranno il Commissario nell’adempimento di tutti gli atti fino alle elezioni, anche queste presumibili nel giro di un anno.
E qui, però, sta la magagna. Mentre Oliverio, come promesso, sta avanzando spedito, nel rispetto della volontà popolare e dei tempi scanditi dalle leggi, ma che qualcuno vorrebbe non perentori, i “mendicanti” della fusione – politici di professione o che vorrebbero diventarlo, consiglieri comunali e assessori – starebbero spingendo, telefonando, andando e venendo da Reggio e Catanzaro, sperando di ottenere una “proroga” alla legge Graziano, possibilmente in una data successiva alla scadenza del loro “mandato elettorale”, con Corigliano che andrebbe al voto in primavera. Ed in questo caso si pensi al paradosso, show di bugie, buffonate e contorsioni clownesche di chi allieta il popolo con lo slogan “Votiamo solo a Corigliano!”, e che se fosse verosimile sarebbe disposto a pagare di tasca propria.
Tutto ciò, ovviamente, in barba alla volontà popolare di voler cambiare e tentando di sovvertire l’ordine delle cose per beceri ed esclusivi interessi personali.
Sarà vero? I ben informati sono pronti a sottoscrivere l’operazione “eversiva” anche perché gli spifferi giungono dalle stanze comunali.
Se la manovra dovesse corrispondere al vero, ed a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca come diceva Andreotti, si tratterebbe di atteggiamenti deprecabili che non possono essere consentiti.
Meglio farsene una ragione, no?
Luca Latella