Da anni guida la Pollino-Sibaritide-Arberia. Oggi il Convivium più grande della Calabria
Intervista di Massimo Clausi
Con 610 iscritti (la campagna tesseramento si è chiusa a dicembre 2017) il CONVIVIUM POLLINO SIBARITIDE ARBERIA, con sedi a ROSSANO a SARACENA (e prossimamente anche a LUNGRO), è la più grande Condotta fra le 11 attive in Calabria che parte, quindi, nel 2018 con ben 1560 iscritti complessivi (rispetto ai 1022 della chiusura 2016), distribuiti in tutte e cinque le provincie.
Un risultato importante per gli amanti e gli attivisti della Chiocciola, il più alto mai fatto registrare da Slow Food nella nostra regione a pochi mesi dai congressi territoriali, regionali e nazionale.
Guidata dal 2012 dal Fiduciario Lenin MONTESANTO, la Condotta POLLINO SIBARITIDE ARBERIA, promotrice di numerosissimi eventi di sensibilizzazione e di iniziative pubbliche in un territorio esteso che va da Rocca Imperiale a Cariati, dalla Sila Greca nel basso jonio cosentino ai comuni dell’entroterra dell’alto jonio coinvolgendo (dal 2015) anche tutte le 12 comunità italo-albanesi del versante ionico cosentino nei giorni scorsi, pendenti le dimissioni del Presidente Nicola FIORITA, ha formalizzato ai fiduciari ed all’attuale segreteria regionale, la propria candidatura alla Presidenza di Slow Food Calabria.
D – Quali sono le prossime scadenze regionali Slow Food Calabria?
R – Anzi tutto un confronto sereno sull’ultimo bilancio (non solo finanziario) dell’associazione e, contestualmente, la ratifica delle dimissioni del Presidente Nicola FIORITA. Siamo comunque in attesa delle importanti decisioni dell’imminente Consiglio Nazionale dell’Associazione per prepararci ai congressi delle condotte, prima di quello regionale nel quale ci confronteremo sui contenuti e sui programmi delle candidature alla prossima presidenza regionale e, più in generale, sul ruolo di Slow Food nella nostra regione per i prossimi anni. Siamo certi che sarà prezioso il contributo e l’esperienza di tutte le condotte e quella dell’amico Presidente uscente. Per quel che ci riguarda, continuità da una parte e discontinuità dall’altra saranno, entrambi, valori e metodi da preservare e preferire con equilibrio e sobrietà, senza rinunciare mai alla massima condivisione e soprattutto alla visione ed alla prospettiva.
D – Si aprirà a breve una importante fase congressuale internazionale, nazionale e regionale per Slow Food alla quale la Calabria non può quindi permettersi di arrivare impreparata o peggio divisa al suo interno.
R – Certo che no. Ed è anzi in questo spirito di partecipazione e di trasparenza che, col solo intento di offrire un contributo ulteriore a questa che ci auguriamo tutti possa essere una bella e sentita fase di confronto e di dialettica sul futuro di Slow Food nella nostra regione che il Comitato del nostro Convivium nei giorni scorsi ha ufficializzato con i fiduciari e con la segreteria regionale attuale, informando di ciò anche il Presidente nazionale Gaetano PASCALE, la proposta di nostra candidatura per la prossima presidenza regionale.
D – Cosa spinge la Condotta più grande ed estesa della Calabria ad ambire adesso alla presidenza regionale?
R – Una consapevolezza ed un auspicio.
D – Partiamo dalla prima.
R – È quella di aver investito energie, impegno, tempo e risorse per costruire un percorso ragionato di avvicinamento, di conoscenza, di stima e di collaborazione tra, da una parte, tutto ciò che Slow Food significa e deve significare. E, dall’altra, il diffuso ed esteso tessuto sociale, culturale, agricolo, produttivo e commerciale, soprattutto giovanile, dei territori nei quali abbiamo deciso di restare per vivere e lavorare. Un percorso che, iniziato sul campo, con Otto Torri sullo Jonio nel 1997, quindi molti anni prima della costituzione della nostra Condotta, ha rappresentato un metodo virtuoso di sollecitazione alla sinergia dal basso per il ritorno alla terra, alla tutela della biodiversità e della sovranità alimentare; una strada fatta insieme a tantissimi amici e simpatizzanti e che è diventato oggi sia il valore aggiunto delle nostre scelte di vita, sia la stessa unità di misura dell’apprezzamento diffuso che il nostro impegno riscuote in questa vastissima area della provincia di Cosenza ed oltre.
D – E l’auspicio?
R – È quello di potere e di dovere ricercare anzi tutto con i fiduciari, espressione e rappresentanti diretti dei territori nei quali è stato dimostrato il valore innegabile dell’impegno diffuso per Slow Food, la massima condivisione possibile per costruire una nuova ed efficace squadra regionale che sappia far tesoro di tutto quanto messo in piedi fino ad oggi; per superarlo ed ambire a risultati ulteriori per il nostro movimento. Con un obiettivo che per noi vuol dire però anche discontinuità: aumentare in tutte le dinamiche sociali, economiche, istituzionali e culturali di questa regione il potere contrattuale valoriale che a Slow Food dobbiamo tutti saper far riconoscere, come reale strumento di cambiamento e di sviluppo sostenibile e durevole delle comunità locali. La Calabria ha bisogno di Slow Food. Ma di una Slow Food che sia militante.