Sulla viabilità di scorrimento veloce e sulla viabilità di collegamento rapido intercomunale Corigliano-Rossano.
Sulla stampa locale del 17 giugno u.s. è stato dato ampio risalto alla sua proposta di prolungare la costruzione della 4 corsie, (qualcuno la chiama iperstrada sulla scorta della ormai invalsa consuetudine di distinguere supermercato da ipermercato ), fino a Corigliano-Rossano, visto che ormai i due Comuni si sono fusi in un comune unico e le esigenze di più stretta integrazione e, di conseguenza, la necessità di un collegamento rapido fra i due Centri è diventata una priorità assoluta, non più ulteriormente differibile negli anni a venire.
La sua proposta, in effetti, ha colto nel segno, mettendo in risalto la logica opportunità che le infrastrutture primarie, come lo è la realizzanda 4 corsie, per un comprensorio così vasto, come quello della Piana di Sibari, non possono essere tenute per molto tempo ancora in anticamera.
Il referendum sulla fusione, infatti, ha innestato una marcia in più alla necessità di affrontare oggi e non domani i problemi dello sviluppo socioeconomico dei due territori comunali uniti e, a riguardo, la realizzazione di una grande arteria di collegamento viario è il volano infrastrutturante, che non può e non deve mancare per dare una forte scrollata alla stagnante atmosfera di politiche asfittiche e attendiste fin qui seguite per la Piana di Sibari.
Ma può bastare solo la 4 corsie fino a toccare Corigliano e Rossano per smuovere l’annoso blocco del territorio della Piana? Chi pensa che possa bastare solo questo, dimostra, purtroppo, di non conoscere il tessuto connettivo delle due Città e dell’intescambio umano, culturale, commerciale e soprattutto di attività lavorative in atto, che tra i due grossi Centri si è andato sviluppando a partire dai primi anni ’80.
Già ancor prima che si avesse la consapevolezza che il processo referendario per la fusione potesse essere avviato positivamente, la vita quotidiana di interscambio tra le due Città era molto vivace per la presenza di numerosi imprenditori di Corigliano a Rossano e viceversa, operanti soprattutto nei rispettivi Scali a tal punto, che nel lontano 1985 fu lanciata l’idea di realizzare una strada di collegamento in sicurezza tra lo Scalo di Corigliano e quello di Rossano, a monte della ferrovia TA-RC e a questa parallela, di cui la realizzazione nel 1984 a Rossano Scalo del V.le dei Normanni fu presentata come il 1° lotto di questa arteria tra i due Comuni per favorire in sicurezza l’interscambio lavorativa in alternativa alla Superstrada Ionica, più nota come la strada della morte.
Oggi che la fusione è stata votata a larga maggioranza, nella mia qualità di ex assessore alla gestione del territorio nel Comune di Rossano a metà degli anni ’80, sento che bisogna dare una marcia in più all’attuazione prioritaria della strada di collegamento rapido e in sicurezza Corigliano Scalo – Rossano Scalo, che tra i due insediamenti sostituisca in tutto e per tutto le attuali due strade: la vecchia 106, che è necessaria ammodernare per il patrimonio umano ed edilizio ancora diffusamente presente nel Centro Storico di Corigliano, non solo, ma anche per lo sviluppo della Città Unica, e la superstrada ionica (SS 106 radd.), che è diventata la strada della morte per l’eccessiva antropizzazione.
Questa, purtroppo, rappresenta il classico macigno ai piedi per lo sviluppo nella Piana di Sibari della Città Unica Corigliano-Rossano a causa della sua eccessiva congestione veicolare e intensa presenza insediativa, dei numerosi ostacoli materiali di ogni tipo esistenti, delle continue pericolose immissioni trasversali. Una volta, però, messa in sicurezza, deve restare solo una strada di collegamento locale per i rapporti antropici intessuti nel territorio della Piana e non certamente, come qualcuno ha proposto, essere il tracciato da privilegiare per la futura 4 corsie.
A riguardo, e per inciso, la 4 corsie deve essere un’ulteriore occasione di sviluppo, ma per valorizzare i Centri Storici Antichi e non certamente l’ennesimo spreco di risorse e distruzione di territorio, che non rende giustizia alla nostra storia passata.
Ricordo, tuttavia, che c’è già una proposta del 2000, quando era ministro dei LL.PP. l’on. Nerio Nesi, che si fece promotore dell’iniziativa di presentare al Lido Palace Hotel di Rossano le proposte dell’ANAS, diventate nel frattempo tre, tra cui quella di valorizzare i nostri Centri Storici antichi.
La realizzazione delle infrastrutture primarie servono a questo, a valorizzare il territorio e la nostra storia passata, soprattutto là, dove essa può far decollare una realtà socioeconomica per lungo tempo sacrificata alla modernità.
La ringrazio sentitamente per l’attenzione dedicatami, facendo l’augurio che da parte sua possa esserci un seguito propositivo, e grato per il tempo, che, obtorto collo a motivo del suo incarico, en passant mi ha voluto dedicare per leggere questa mia missiva, le porgo i miei più distinti ossequi,