La Sapienza bilbica ha sempre messo in guardia dalla paura, cioè da quello stato emotivo che paralizza l’uomo rendendolo prigioniero di un’inquietudine che si alimenta di se stessa. Nel Libro del Qoèlet è scritto:<<Chi aspetta il vento non semina mai e chi guarda le nuvole non miete mai (Qo.11,4) >>. Gesù, nella parabola dei talenti, mette in guardia dalla paura che spinge l’uomo a seppellire la fortuna che gli era stata affidata con il dono del Talento. Il talento è un’unità di peso di circa una trentina di chilogrammi di oro.
Costui per paura di perderlo nasconde il prezioso sotto terra per conservarlo integro, ed invece gli viene tolto in quanto non è stato messo a frutto “(Mt.25,14-30)”.
Comprende molto bene l’utilità della paura solo colui che è detentore o aspira al potere. Per costui è fondamentale che il popolo viva sempre sotto una cappa costante di allarmismi crescenti. Così il popolo viene reso sempre remissivo e ubbidiente e viene lasciato in una situazione di soggezione e oppressione. Allora la voluta enfatizzazione di ogni aspetto della vita quotidiana viene esasperata e drammatizzata, e gli stessi problemi della società diventano tutti una emergenza, una crisi, una catastrofe…
L’ambizione,oggi, di ogni potente di turno, palese, latente o emergente, non è tanto quella di essere temuto come una volta, quanto di essere rispettato e amato dai suoi concittadini, in modo che lui, politico di “razza”, venga ritenuto servitore, benefattore e quasi salvatore di ogni contingenza umana e sociale, che deriva a noi anche dalla stessa Fusione, già in atto.
Costui, per realizzare la sua pretesa, cerca di creare e ingingantire ogni pericolo reale o immaginario, costringendo moralmente i cittadini delle due comunità a vivere costantemente nell’assillante sospetto degli uni verso gli altri, inquadrandoli come potenziali nemici, che solo lui, potente di turno per volontà popolare, potrà poi proteggere,difendere e integrare.
Tutto questo fa parte di quel Sistema che porta alla Paralisi : per paura degli altri ci si isola, per timore del maltempo o di attentati non ci si muove, per paura del peccato si reprime la propria vitalità e per paura della malattie ci si ammala.
Allora l’esperienza insegna che a forza di gridare <<Attenti al Lupo!>>, si rischia però di non accorgersi del pericolo se non quando questo è reale ed è poi ormai troppo tardi.
Tutto ciò non significa ignorare i pericoli e le difficoltà che si incontrano e s’incontreranno nella vita comunitaria derivante dalla Fusione, bensì saper scrutare sempre il cielo dell’umanità per interpretare bene i “Segni dei Tempi” per respingere i malauguranti uccellacci notturni che gufano per ogni dove e augurarsi invece la Presenza continua di colombe solari, che sappiano, in perfetta sintesi integratrice, essere portatrici di pace e benessere nella nostra Nuova Comunità. Solo a quest’ultimi gli Auguri più sinceri!
Corigliano Rossano, 25.12.2018. Festività del Santo Natale. FRANCO PALMISANO