Domenica 9 giugno Corigliano-Rossano ha voltato pagina. Flavio Stasi, appena 36 enne è stato eletto con un numero esorbitante di voti primo sindaco di questa nuova grande realtà Corigliano-Rossano. A mezzanotte circa ormai la sua vittoria era certa. La gioia era tanta! Il traffico era bloccato! Un’intera città ha esultato! Questo io lo chiamerei effetto “Stasi”. Ebbene si…il segnale c’è stato! “Basta con i soliti”, “basta con la vecchia politica”, “abbiamo voglia di cambiare”, “non ne possiamo più”: queste le molteplici esclamazioni di noi cittadini di questa grande città.
Flavio Stasi in primis è un esempio di ragazzo che non si adatta, che non si adegua al “marcio” del nostro territorio. E’ un esempio di cittadino che è rimasto nella nostra terra per combattere al fine di avere una vita dignitosa. Non ha lasciato che gli altri cambiassero le cose, ma è lui a volerle cambiare. Ecco, personalmente rispecchia molto la mia personalità. Spero che sia un esempio per molti giovani, che vorrebbero a tutti i costi abbandonare Corigliano-Rossano per emigrare al nord o in terre più floride sotto tutti i punti di vista. Se amate la vostra terra, restate e rendetela migliore anche a costo di non svolgere il lavoro dei vostri sogni. Tutto ciò richiede un sacrificio, ma se amate veramente la vostra terra ogni sacrificio sarà ricompensato. Il cambiamento non può avvenire invece se lasciamo questa città in mano a chi da anni vi intrattiene affari speculativi solo ed esclusivamente a proprio vantaggio. Flavio Stasi dunque deve invogliarci , mi rivolgo a noi giovani, ad interessarci di politica. Per far ciò è necessario adeguarci ad una mentalità diversa. Una mentalità in cui si ritiene la politica una cosa pubblica, seria, onesta che valorizza i sentimenti umani come la fratellanza, la solidarietà, l’altruismo e l’amore verso il prossimo. Certo, non è facile avere quest’ idea di politica se i nostri padri ci hanno insegnato solo che le cose sono in un modo e in tale modo debbano restare. Giovanni Falcone diceva questa bellissima frase: “Che le cose siano così non è detto che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”. Allora il nostro dovere è quello di trasformare la cultura dello scoraggiamento in una cultura dove l’impegno ci può condurre in un mondo migliore. Non possiamo cambiare il mondo se prima non cambiamo il nostro modo di pensare. Agisci come se le tue azioni potessero fare la differenza. La fanno.
Paolo Smurra