Studi recenti indicano come il coronavirus sia favorito dall’inquinamento atmosferico. Alcuni ricercatori affermano che le “polveri” veicolano il virus e che molte malattie, recentemente emerse ( Ebola, Sars e, prima ancora, AIDS), dipendono dal difficile rapporto che intercorre tra attività umana e biodiversità. Se pensiamo che il nostro antivirus naturale dovrebbero essere le foreste che coprono il 31% delle terre emerse e rappresentano un rifugio per l’80% della biodiversità planetaria e che ad oggi abbiamo distrutto quasi la metà della superficie forestale con la conseguente perdita di tutti i servizi ecosistemici, c’è veramente da preoccuparsi.