L’assediato Custer- sindaco della terzacittàdellacalabria ( tutti i santi giorni,non sapendo il sottoscritto come ammazzare il tempo, mi struggo nell’irrisolvibile dilemma ma chi glielo ha fatto fare) potrebbe rovesciare,clamorosamente a suo vantaggio,quanto gli viene versato sul sempre più fragile groppone. Ma procediamo per gradi.
Dunque, tra le innumerevoli rogne, a parte il Ponte sullo stretto e il Mose( della Muraglia cinese ne parliamo un’altra volta ), che dovrebbero angustiarlo,ce ne sono due e, qui il latino è d’obbligo, datate illo tempore e che, curiosamente, hanno a che fare con l’acqua. Il prezioso liquido, infatti, è presente in due versioni : salato e dolce, acqua marina e acqua potabile di rubinetto. Ho consumato un’intera esistenza, sindaci e papi si sono succeduti, immutabile solo la Juve,monotona vincitrice di scudetti, in lieta compagnia di questi problemucci.
Fin dalla più tenera età mi sono inebriato di profumi deliziosi dal vago sentore di fogna marina n.5; anno dopo anno, ombrellone dopo ombrellone, lido dopo lido, scottatura salmonata dopo scottatura…ho goduto, lo ammetto, di questo odore pregnante e, forse un tantino sensuale che il magnanimo S. Angelo elargisce generosamente e indiscriminatamente …ma ahime…forse, ormai, ancora per poco e poi…tutto rimarrà un ricordo come la banchina arrugginita che allietò la mia fanciullezza.
E come dimenticare la mia angosciata genitrice che attendeva estasiata, l’apparizione, come la madonna di Fatima, del mitico fontaniere che tutte le mattine, verso le dieci, ripeteva un liturgico rito laico; con attrezzi adatti alla bisogna sollevava un pesante tombino di ghisa, sprofondava con il braccio nell’umido pozzo e, dopo qualche secondo di ravanamento…..miracolo dei miracoli..l’agognato liquido cominciava a ruggire ed esplodere dai rubinetti…ma bisognava far presto..riempire il maggior numero dei vacìli, la manna durava solo un paio d’ore. Se dopo un cinquantennio, in piena era digitale, sia cambiato qualcosa…be chiedetelo agli abitanti del Centro Storico.
Riepiloghiamo : occorre ripristinare l’odore del mare mediante condotta sottomarina e cancellare dalla terzacittàdellacalabriaanche il ricordo del –Mosè fontaniere, purtroppo ancora vagante, sia pur in versione tecnologica acqua web 2.0
Come si vede due problemucci..semplici, lineari come la dichiarazione dei redditi, che potrebbero proiettare il nostro sindaco ( e tutto l’ambaradan che lo sostiene ) nell’empireo dell’immortalità. Se appunto il” nostro” risolvesse queste pietre tombali, mandando affan….tutte le altre incombenze, passerebbe alla Storia ( e forse anche alla geografia), naturalmente non basterebbe metterci una pezza o raffazzonare in modo provvisorio per poter continuare l’ eterno scaricabarile , ma definitivamente, in modo duraturo…a perenne meritorio ricordo…nei secoli dei secoli.
In caso di successo, se farlo santo subito apparirebbe un filino esagerato certamente ampi consensi riceverebbe la proposta di intitolargli ( addirittura ancora vivente ) una strada, una piazza, nella peggiore delle ipotesi una vinedda nel Centro storico. Mi creda oscurerebbe tanti illustri ( ma quali ? ) rossanesi, facendo ombra persino a S.Nilo.
Ma all’orizzonte incombe la Madre di tutte le battaglie : i Livellari! E mi sovvengono casellanti e passaggi a livello che, in realtà, niente hanno a che vedere con questa bomba ad orologeria. E qui è fin troppo semplice capire dovrà si andrà a parare. Vista l’insolubilità della questione….terreni comunali che da almeno 50 anni sono in mano a possessori usurpanti che ormai li ritengono di loro esclusiva proprietà fregandosene della collettività e del Comune vero detentore del titolo di proprietà. Su questi terreni gravano ( e come gravano ) case, ville con piscine, industrie, magazzini, villaggi turistici e camping, strutture varie con modifiche sostanziali che non dovrebbero esserci. Inoltre molti di questi terreni sono stati venduti più volte con trattativa tra privati e quindi con atti notarili inefficaci poiché senza alcun passaggio amministrativo, cioè una compravendita che ha escluso l’ente Comunale che di fatto ne detiene la proprietà. Ora,molto ingenuamente, mi chiedo se L’Ente Comune non riesce a recuperare i terreni di Insite dove una sola persona da anni vive bucolicamente tra cocomeri e meloni, come potrà disellivellare i livellari ? Ma certo, all’italiana, un comodo risicato condono e ..buonanotte al secchio. Buona estate ( dispettoso virus permettendo ).
Scritto da Aldo Lucisano