di Fabio Pellegrino
Si è intensificato, negli ultimi tempi, il dibattito sulla potenziale riapertura del Tribunale di Corigliano-Rossano.
Da una parte i reiterati comunicati del gruppo dirigente cittadino di Fratelli d’Italia, che attribuisce al Sindaco di Corigliano Rossano la responsabilità dei rallentamenti che il procedimento starebbe subendo, dall’altra i comunicati delle forze di maggioranza che accusano quegli stessi gruppi dirigenti di voler solo strumentalizzare la questione a fini elettorali.
In mezzo, i comunicati e le prese di posizione del Sindaco che, ripetutamente e saggiamente, si è detto pronto a fare tutto quanto nelle sue possibilità affinché si possa porre rimedio a quello che, da ormai più di dieci anni, è vissuto come uno scippo ai danni della sibaritide.
L’oggetto della polemica di queste settimane è la mancata approvazione, da parte dell’amministrazione comunale, di una delibera contenente la disponibilità a concedere una o più strutture nelle quali allocare il redivivo tribunale.
Chi leggesse esclusivamente i tanti comunicati, senza approfondire, potrebbe essere portato a pensare che la vicenda della riapertura del Tribunale di Corigliano-Rossano sia quanto mai all’ordine del giorno nell’agenda governativa nazionale, che ci sia già un disegno di legge pronto ad approdare in parlamento e che sia questione di breve tempo perché il tutto si concretizzi.
Le cose, però, non stanno affatto così.
È bastato, infatti, che il Ministro Nordio dichiarasse che «è all’esame la possibile riapertura di sedi giudiziarie già soppresse» per scatenare l’entusiasmo dei dirigenti cittadini di Fratelli d’Italia, già in piena campagna elettorale in vista delle prossime elezioni comunali e probabilmente ansiosi di sbarazzarsi del senso di colpa per aver giocato, come parte del centrodestra, un ruolo decisivo in occasione della chiusura del tribunale di Rossano.
Certamente in campagna elettorale è quasi tutto lecito, ma una maggiore aderenza alla realtà sarebbe auspicabile.
Onestamente, non credo che la questione della riapertura del tribunale di Corigliano-Rossano sia di così stretta attualità nei palazzi di governo e non credo che, se anche lo fosse, potrebbe trovare ostacolo in un’eventuale mancata delibera o, tantomeno, nell’assenza del primo cittadino di Corigliano-Rossano in occasione di un incontro di partito avente ad oggetto, anzi a pretesto, il tema.
Perché appare quanto mai pretestuoso sostenere o lasciare intendere che la mancata riapertura del Tribunale, nella nostra città, dipenda dalla mancata approvazione di una delibera che individui i locali idonei ad ospitarlo.
Non risulta, infatti, che nessun altro comune, tra quelli che potrebbero essere interessati al riordino della geografia giudiziaria, si siano espressi con delibere in tal senso. Né avrebbero dovuto e potuto farlo, dal momento che, a livello nazionale, non esiste nulla di concreto al riguardo.
Non esiste un decreto e non esiste neppure un disegno di legge, così come – sia chiaro una volta per tutte – non esiste il problema di una delibera che individui i locali idonei ad ospitare il tribunale.
Tra fabbricati già in passato destinati allo scopo e aree, anche in posizione baricentrica, nelle quali realizzare una nuova struttura moderna e funzionale, il Ministero avrebbe l’imbarazzo della scelta.
E allora, se davvero si vuole ottenere il risultato sperato, i parlamentari della nostra città abbiano la forza politica di proporre e sostenere, in Parlamento, la riapertura del Tribunale; il Ministro traduca in fatti e atti concreti quanto semplicemente proposto e tutti stiano sereni perché, laddove venisse presentato un disegno di legge o emesso un decreto che richiedesse una delibera dei comuni interessati, sono certo che il Comune di Corigliano-Rossano si farebbe trovare pronto.
Perché nessun sindaco potrebbe mai avere interesse ad ostacolare l’apertura o la riapertura di un presidio di giustizia nella città che amministra, soprattutto il primo sindaco di una città che è nata dalla fusione di due realtà che si sono volute unire principalmente per prevenire e contrastare situazioni come quelle che hanno portato alla chiusura del tribunale di Rossano e soprattutto un sindaco che ambisca ad essere rieletto per portare a compimento quell’idea di città per la quale è già stato premiato dalla stragrande maggioranza dei cittadini nel 2019.
Tutto il resto è campagna elettorale, non proprio di alto livello.
Fabio Pellegrino – componente Assemblea Regionale Calabria del Partito Democratico