Applausi a scena aperta per la Compagnia Teatrale Amatoriale “Lupus in Fabula” che, nel Chiostro di Palazzo San Bernardino in Rossano centro, ha portato in scena la commedia, in tre atti di Eduardo De Filippo, dal titolo: “Napoli Milionaria” per la regia di Nicola Nastasi
interpretata interamente in vernacolo rossanese. Siamo nel 1942, al termine del secondo anno di guerra, a Napoli, nel basso affacciato come tanti altri su un vicolo, in cui vive la famiglia del tranviere disoccupato Gennaro Jovine. La famiglia sopravvive con i traffici illeciti organizzati dalla moglie Amalia insieme ai figli maggiori: Amedeo e Maria Rosaria. C’è anche una terza figlia, ancora piccola, Rituccia. La casa è sempre piena di gente che viene per comprare a caro prezzo i generi alimentari procurati con il mercato nero ed a bere un caffè, come al bar. Donna Amalia al proposito all’inizio della commedia litiga con una vicina con modi da “vasciaiola”: entrambe offrono tazze di caffè di contrabbando, ma Amalia chiede 3 lire, l’altra due lire e mezzo. Il commento di Gennaro: Il Caffè Italia fa concorrenza al Gambrinus. Gennaro non condivide questa scelta di vita e ricorda sempre a moglie e figli che il rischio è la galera, ma deve sottostare alla volontà dei parenti e fare anche la parte del morto quando arriva la polizia per i controlli in cui la merce di contrabbando viene nascosta sotto il materasso su cui lui stesso si distende “cadavere”. Con lo sbarco alleato tutto cambia. Il basso non è più lurido e disordinato, ma rimesso a nuovo. Gennaro è scomparso dopo un bombardamento e non si sa nulla di lui. Amalia si fa corteggiare da Errico Settebellizze, un trafficante di merce di contrabbando che si è messo in società con lei. Gli affari prosperano. Amedeo “lavora” con Peppe ‘o Cricco, ladro di automobili. Maria Rosaria si prostituisce e ora è incinta di un militare americano. Mentre sono in atto i preparativi per il festeggiamento del compleanno di Settebellizze, arriva Gennaro, reduce dalla prigionia. Abbracci, lacrime e racconti delle vicissitudini passate fanno già comprendere come Gennaro sia cambiato con questa esperienza. Intanto si apparecchia per la sontuosa cena di compleanno. Amalia indossa un abito lussuoso e arrivano gli ospiti. Gennaro sente particolarmente la distanza tra questa realtà e quella vissuta in prigionia. Vorrebbe raccontare la sua esperienza tragica, ma nessuno l’ascolta, nessuno vuol sentir parlare di guerra. In particolare, molte volte, inizia il racconto interrotto sempre dal suo interlocutore di turno. Sono tante le tragedie vissute da tutti e tanta è la voglia di dimenticarle che nessuno ha piacere ad ascoltare storie di guai, di morti e di sofferenze. Intanto si sa che la figlia più piccola, Rituccia, ha la febbre. Rituccia si è aggravata. Il medico dice che l’unico modo per salvarla sarebbe reperire una particolare medicina. Ad averne un po’ è un pover’uomo che Amalia ha trattato con disprezzo, speculando sulla sua miseria quando era venuto ad elemosinare cibo per la famiglia. Ma l’uomo dimostra generosità e solidarietà e cede la medicina per la bimba. Intanto Gennaro scopre tutte le miserie ed i guai della sua famiglia, ma comprende. La guerra lo ha aiutato a capire che esiste un legame inestricabile tra bene e male. La commedia termina con la casa ritornata silenziosa in cui si vive l’ansia per la sorte della figlia più piccola. Se supererà la notte sarà salva. “Ha da passà ‘a nuttata”, bisogna saper attendere per scoprire se le cose torneranno normali. Straordinaria l’interpretazione dell’intero cast formato da: Antonio Scigliano, Daniela Tavernise, Lorena Stumpo, GianMichael Aprigliano, Marilena Novello, Giuseppe Stumpo, Elisabetta Colangelo, Marco Visciglia, Mario Joele Pace, Antonio Calabrò, Simona Mazzei, Luigi Cristiano, Daniele Martani, Annalisa Papparella, Concetta Della Mura. Bravi tutti. Lorena Stumpo, al termine della rappresentazione teatrale apprezzata dal numeroso pubblico seduto in platea con lunghi applausi ed ampi consensi di critica all’indirizzo della compagnia teatrale amatoriale rossanese, ha voluto ringraziare l’Amministrazione comunale, il regista Nicola Nastasi, l’aiuto regista Vincenzo Scigliano, i suoi meravigliosi compagni di viaggio, Fabio Renzo che si è occupato dell’audio e delle luci in maniera perfetta, i tecnici di scena: Antonio Renzo, Milena Gagliardi, Annita Larocca, Giuseppe Pisani, Mariagiulia Iacopetta, Salvatore Gallina, Valeria Via, ma anche quanti hanno preso parte alla serata all’insegna della cultura. La stessa Lorena Stumpo, poi, ha voluto ricordare, prima della chiusura del sipario, l’indimenticabile Adriana Caruso che è stata parte integrante della Compagnia Teatrale, volata in cielo troppo presto, in cui non sono mancati momenti di grande commozione sulla scena. L’evento in Città è stato patrocinato dal Comune unico di Corigliano-Rossano ed inserito nel cartellone di Coro Teatro&Cultura Fest 2023. Lunga vita alla Compagnia Teatrale “Lupus in Fabula” che, quest’anno, festeggia 13 anni di piena attività. Buon cammino… e “Ad Maiora Semper”.
ANTONIO LE FOSSE