di FABIO MENIN
La domanda sembra un po’ strana, trattandosi di un porto della collettività, PAGATO COI SOLDI DEI CITTADINI ITALIANI, al servizio della Piana di Sibari e della sua economia, ma quello che sta avvenendo in questi giorni, purtroppo lascia pesantissimi dubbi . Rafforzati dal SILENZIO PIÙ TOTALE di TUTTA LA POLITICA CALABRESE E ITALIANA.
Una grande multinazionale americana dell’energia vuole utilizzare ufficialmente 3 banchine del porto stesso, tutta la parte più larga e funzionale del porto per fare cosa? Noon sappiamo con precisione, ci hanno detto che vogliono mettere cinque capannoni( alti fino a 30 metri) più un paio di strutture di servizio , ma non sappiamo con precisione che cosa si vuole fare dentro. O meglio si parla di assemblaggio di macchinari per la compressione del gas e turbine, ma non si precisa né quante, ne per quanto tempo, e neppure i contorni della produzione. Il documento finora conosciuto (per vie traverse) è molto generico, contiene molti errori, sembra scritto in fretta e furia e non risponde in maniera precisa alle condizioni di una relazione tecnica di un progetto esecutivo. O è una fake news oppure è stato scritto malissimo.
Spulciando le carte nel sito della multinazionale BAKER HUGHES abbiamo saputo che questa multinazionale, avrebbe vinto una commessa dalla società greca TERNA GEK per n. 3 turbine e 3 compressori del gas utili alla rete nazionale del gas della Grecia da consegnare nel 2024. Ma nulla si dice se questi macchinari vengono fatti o assemblati a Schiavonea oppure no.
Nel frattempo abbiamo saputo che anche il comune ha avuto difficoltà a reperire tutta la documentazione, e infatti il sindaco si è espresso in maniera negativa nella conferenza dei servizi che di solito si fa in una opera di grandi dimensione; abbiamo saputo che il presidente della regione è favorevole, i sindacati pure, ma nessun partito politico, nessun esponente politico, si è espresso pubblicamente e in forma chiara. La destra? Rapani, Straface, Gallo : SILENZIO. La sinistra? SILENZIO TOTALE, solo i sindacati, tra cui la CGIL hanno detto che sono favorevoli per i posti di lavoro, che controllando le carte non sarebbero 200 come dice l’azienda, almeno nel porto di Corigliano, ma al max 60, cioè i posti previsti nello spogliatoio.
Nel buio più totale di informazioni precise tra le righe abbiamo saputo da un organo di stampa della Confindustria di Catanzaro che la richiesta d’occupazione del porto sarebbe per 3 anni, ma conferme ufficiali non ce ne sono.
MORALE: il porto di Corigliano diventa POSSESSO di un’azienda americana, che lo terrà non sappiamo per quanto tempo e che IMPEDIRA’ QUALUNQUE ATTRACCO DI NAVE DA CROCIERA, DI NAVE COMMERCIALE e CHIUDERA’ I PESCHERECCI E LE ALTRE BARCHE IN UNA PICCOLA PARTE LATERALE DEL PORTO.
La piana di Sibari è disposta a perdere(per quanto tempo?) l’unico porto che ha a disposizione e a mettere in crisi molti posti di lavoro attuali che verrebbero a perdere gli attracchi del porto?
Per adesso l’unico che ha risposto a questa domanda è il sindaco Flavio Stasi, che ringrazio per la puntualità con cui si è espresso, che in base alle carte attuali ha detto che non è disposto a perdere il porto di Schiavonea ha chiesto altri documenti. E gli altri, I sindaci della Piana di Sibari, dell’Alto jonio, del basso Jonio ?
Vorrei ricordare a tutti che questa discussione sul porto della piana di Sibari fu risolta 2500 anni fa dalla colonia greca di Sibari: i coloni greci crearono la città con un suo porto ben centrale al servizio non solo di Sibari, ma di tutti i paesi sulle colline della Sila e del Pollino e pure dei paesi a sud perlomeno fino a capo Trionto. E i Greci, di solito quando occupavano il territorio con una colonia valutavano con grande attenzione e saggezza ( con l’aiuto degli scienziati come Pitagora) sia il posto sia ciò che gli stava intorno.
E adesso perché un nuovo padrone americano che non si sa bene né cosa vuol fare, né per quanto tempo, e ci promette poche decine di operai ( per tre anni o trenta?), vogliamo stravolgere l’impostazione territoriale e strategica che i Greci diedero alla nostra pianura, la più grande della Calabria.
Io penso che faremmo un pessimo affare e lo dico senza peli sulla lingua al Presidente Occhiuto, e a tutta la politica locale e italiana, E SOPRATTUTTO A TUTTI I CITTADINI E SINDACI DEI 55 COMUNI DELLA ZONA.
SVEGLIAMOCI NON C’E’ MOTIVO DI FARE I CAMERIERI DEL PRIMO VENUTO il PORTO DI CORIGLIANO E’ DEI 250 MILA ABITANTI DELLA PIANA DI SIBARI E TALE DEVE RESTARE al loro servizio.
FABIO MENIN