Ma poi, cosa vuol dire capire di politica? E a cosa serve realmente? Ammesso e non concesso che politologi e compagnia ne mastichino, cosa cambia? Già, vuoi mettere la forza delle idee!

Penso, almeno in quest’ambito, che la mitica forza delle idee non sia altro che abbassare la testa e votare, di volta in volta, secondo l’estro del momento, alla fracchia, rassegnati alla tutto cambia perché nulla cambi.

Eppur si vota ancora e chi se ne frega se la politica resta indifferente, se non addirittura sorda, alle istanze e al linguaggio delle giovani generazioni ormai propense a disertare le urne e le istituzioni, se gli elettori sono sempre di meno e la “partecipazione” (richiamata da Mattarella) latita.

Un paese che partecipa ha una democrazia più forte e sana, all’inverso ne produce una più fiacca e manovrabile, ridotta al lumicino.

Non è solo uno luogo comune, ma senza giovani, non c’è speranza di futuro. La democrazia, che è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme (Churchill), diventa più fragile

E allora, 2024 avanti tutta.

Si va alle urne per le regionali in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna, Umbria. Si rinnovano i sindaci in 3.700 comuni, tra cui Bari, Firenze, Cagliari, Campobasso, Potenza, Perugia.,

e , guarda guarda anche nella terza città della Calabria la mia amatissima Rossano…pardon Corigliano- Rossano .

Giunge a termine il primo lungo step stasiano, le prime elezioni nell’era post-fusione, si annunciano sfide e appuntamenti che fanno tremare le vene e i polsi , in un vuoto di idee e di Partiti comatosi.

Ma procediamo con ordine, si fa per dire.. ubi maior minor cessat

A livello Nazionale, dopo lo smantellamento delle culture storiche del nostro Novecento (il socialismo, il fascismo, il cattolicesimo politico, il comunismo gramsciano), la politica della Seconda Repubblica sembra immersa in una morta gora, in un’ esistenza apparente per mancanza di Opposizione.
Nessuno fa proposte, se non inattuabili o ridicole, con formule che vogliono dire poco o nulla.

Perché siamo giunti a questo punto?

Una Destra Sovranista priva di cultura istituzionale (i recenti episodi danno la misura delle persone che attorniano il leader ), tutti decidono tutto.

Si è dato troppo spazio a realtà come i Sindacati, che dopo Di Vittorio e Lama sono diventati non oppositori verso politiche ingiuste, a difesa dei lavoratori, ma solo prolungamenti di Partiti. I cosiddetti Segretari confederali non vedono l’ora di buttarsi nella mangiatoia parlamentare a capo fitto

E intanto nel pantano delle bugie, galleggiano problemi come quello del diritto alla salute, o l’ennesima riforma della scuola, che negli ultimi trent’anni è stata fatta a pezzi, o della macchina dello Stato, che costa tantissimo ed è totalmente inefficiente, nessuno dice nulla.

Più crisi di così, è difficile da immaginare.

Si è spenta ogni idea d’Italia e della sua Storia, e dire che eravamo, come scrive il giornalista-scrittore Cazzullo, i Padroni del mondo (qualche annetto fa…al tempo dell’Impero Romano).

L’Italia conosce un forte declino.
Siamo usciti dalla guerra feriti, e siamo riusciti a diventare uno dei primi dieci Paesi industrializzati del mondo, abbiamo una democrazia che ci dà libertà… ma sono cose in pericolo. Le abbiamo messe in pericolo noi con le nostre scelte, con atteggiamenti sociali dissennati, privilegiando uno sfrenato individualismo a dispetto del Bene Comune
Non abbiamo saputo gestire la democratizzazione né la modernizzazione, ne siamo stati travolti E questo ci ha portato a interrompere qualsiasi legame con la tradizione,
in balìa di lestofanti e corruttori, dei signori locali che approfittano della guerra tra Guelfi e Ghibellini per trarne ricchezza e potere. Una Nazione che sta perdendo memoria e consapevolezza, specie quella di essere una comunità. Nessuno può salvarsi da solo, il Paese si salva tutto insieme.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!» (
Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)

La stragrande maggioranza di chi scalda gli scranni in Parlamento (sì va bè ogni tanto per dare un senso alla loro parassitaria esistenza svolgono il compitino consegnatole dai loro capogruppi, si alzano e leggono un paio di righe su un fogliettino) miracolati e di sgarbiana capraggine (è incredibile quanti cosiddetti deputati e senatori siano il nullo sottovuoto, interessati esclusivamente a soldi e potere…anche se la colpa è di chi li vota)

Il nuovo anno bisestile, dunque, riporterà Corigliano-Rossano alle urne per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale.

Sono tanti le situazioni in fieri. Nuovo Ospedale della Sibaritide, il Porto, l’elettrificazione ferroviaria, la nuova Statale 106 a 4 corsie, l’eterna questione della riapertura del Tribunale (uno dei misteri più profondi della recente storia bizantina. Nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare i reali motivi di una sconcertante e non giustificabile chiusura)

Sono d’accordo con chi scrive che negli ultimi cinque anni la maggior parte dei Rappresentanti di Consiglio e Giunta ha svolto il ruolo della comparsa. Anche qui, a livello locale non esistono (e se esistono si nascondono molto bene) persone che per autorevolezza, cultura, equilibrio,onestà siano in grado di proporre qualcosa di nuovo se non i soliti inciuci ed intrallazzi generando ulteriore apatia specie nei giovani : in molti ignorano persino che in Primavera si voterà

Non c’è una classe dirigente degna di questo nome, che oggi possa prendere in mano le redini di una città che – diciamolo francamente – vive nella mediocrità

Se è vero che l’ottimismo appartiene geneticamente ai giovani, che ancora coltivano sogni e illusioni ed hanno tanta strada da fare, mentre gli anziani, come il sottoscritto, vivono ormai senza illusioni ( ne hanno viste tante ) , mi chiedo come si può essere ottimisti se le nuove generazioni che, giustamente, percepiscono la politica come qualcosa di lontano, fatta da persone lontane, che parlano un linguaggio diverso dal loro e di argomenti che non gli interessano, possono avere fiducia ; sono sempre di meno appena 4,7 milioni (dati Istat) tra i 18 e i 25 anni, pari a meno del 10% dell’elettorato complessivo. Se poi non vanno neppure a votare, di quale ottimismo parliamo? forse di quello della volontà di gramsciano memoria?

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