CORIGLIANO-ROSSANO, 18 Gennaio 2024 – Il 16 gennaio scorso è iniziata la discussione in Senato sul cosiddetto DDL Calderoli, in pratica l’iter di approvazione della Autonomia Differenziata. Il giorno stesso ci sono state manifestazioni in molti comuni italiani, circa 29, spesso promosse dai sindaci e tenute davanti alle sedi delle Prefetture,

cui sono stati inviati documenti da trasmettere al Governo con la richiesta di fermare il progetto in questione, un concreto pericolo soprattutto per il Sud Italia.

Particolare significato assume la manifestazione di Bari con il sindaco Decaro che è il presidente dell’ANCI, l’associazione dei comuni italiani. Manifestazioni non solo al sud ma anche a Milano, Padova, Trieste, Bologna. Ogni testata giornalistica pubblica contro il progetto, la fondazione GIMBE, autorevolissima in campo sanitario, pubblica in merito alla situazione sanitaria definendo quella attuale come una frattura strutturale ormai inguaribile che ne sarebbe aggravata. Un movimento così ampio a dimostrazione di come sia importante l’argomento.

Per chi ancora non sapesse l’Autonomia Differenziata è la richiesta da parte di alcune regioni ricche del nord italia, Lombardia e Veneto in prima fila ma anche Emilia ed altre accodate (per non perdere il treno) di trattenere il 90% delle tasse prodotte, di gestire autonomamente di tutto, da sanità e scuola fino alla protezione civile e di divenire proprietarie delle infrastrutture (strade, ferrovie, porti…). In pratica dei piccoli stati quasi completamente indipendenti.

Il progetto è leghista, portato avanti dal Calderoli autore già della Legge n. 270 del 21.12.2005 meglio nota come legge “Porcellum” e in tribunale per razzismo e dal Salvini, quello del “vesuvio bruciali tutti”, due figli di quella Lega (art. 1 dello statuto della Lega) nata per arrivare alla separazione della “Padania” dalla nazione Italia, quindi partito incostituzionale considerato che la nostra Costituzione sancisce che la Repubblica è una e indivisibile.

Dato che mai una legge simile avrebbe potuto essere partorita dal Parlamento, la Lega ha introdotto un iter per cui la legge in questione venga proposta dalla regione all’esecutivo che, in tempi strettissimi deve dare il proprio parere per poi essere approvata dal Parlamento, non discussa ed emendata, ma semplicemente approvata o meno per divenire legge. Non modificabile neppure da un referendum popolare, neppure rinviabile alle Camere dal Presidente della Repubblica e quindi ANTIDEMOCRATICA e INCOSTITUZIONALE.

Ora siamo alle battute finali, certo ci sarà discussione in Senato e poi alla Camera ma in definitiva occorrerà solo un voto: si o no! La maggioranza c’è e probabilmente sarà compatta, a volte senza conoscere, spesso senza riflettere sulle conseguenze. Per i nostri rappresentanti (si dice così ma spesso rappresentano solo se stessi) è in gioco la poltrona, che sarebbe persa subito se ne derivasse una crisi di governo, o nella futura legislazione perché con l’attuale sistema elettorale si vedrebbero non ricandidati in quanto traditori del volere superiore.

Ma è possibile che senatori e deputati del centro destra espressi dal sud non si pongano domande sulle conseguenze di quanto stanno facendo? Quando anche il governatore regionale Occhiuto ha fatto una certa marcia indietro dopo il primo sì, cosa faranno i nostri parlamentari, cosa farà il nostro Ernesto Rapani, uomo del Sud prima che espressione della maggioranza al Parlamento. Sarebbe il caso che si esprimesse verso i suoi concittadini prima che verso il partito. Per esporre il proprio punto di vista: in cosa un sì significherebbe il bene della comunità che lo ha eletto, perché votare con un no che vorrebbe dire rispettare e propugnare i loro diritti e le loro legittime aspettative.

IL GRUPPO CONSILIARE

CORIGLIANOROSSANO PULITA

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