di FABIO MENIN
Questa fotografia scattata ad Avenza (a fianco allo stabilimento della Baker Hughes) è una prova concreta che Baker Hughes a Corigliano non ha detto la verità, anche nella conferenza che ha tenuto oggi 19 gennaio al porto di Schiavonea.

A una domanda precisa di un cittadino un dirigente della Baker Hughes ha risposto che la “ditta non può trasferire la sua attività perché questi moduli non possono viaggiare su strada , vista la loro larghezza. “
E come mai , invece ad Avenza, come si vede dalla foto li trasportano su strada? Hanno costruito un specie di enorme carrello, doppio che consente lo spostamento dal luogo di produzione verso il porto d una distanza di circa 8 km.
L zona industriale di Schiavonea , e in particolare la zona ASI invece è a ridosso del porto, qualche decina di metri, epperò la ditta soldi non ne vuole spendere e pretende di occupare ben 3 banchine del porto per i suoi comodi.
Ma non finisce qui: i tecnici e dirigenti presenti che hanno risposto ad alcune domande precise non sono stati in grado di chiarire quante persone di Corigliano potrebbero trovare occupazione presso i loro capannoni industriali a Schiavonea.
La cosa però più grave per i cittadini della Sibaritide è che abbiamo avuto la conferma che la Baker Hughes intende occupare ben 3 banchine del porto, quelle più nobili, cioè cementate con largo spazio, quindi in sostanza addio navi da crociera e navi commerciali e non sappiamo neppure per quanto tempo avverrebbe questa occupazione.
Pertanto purtroppo anche il sindaco della nostra città dovrà prendere atto della realtà e cioè che la città secondo la Baker Hughes dovrebbe di fatto rinunciare al porto , all’unico porto che ha a disposizione per il traffico commerciale ,turistico e per la pesca.
Invito anche i consiglieri regionali Graziano e Straface presenti all’iniziativa a prendere atto della realtà, sena nascondersi dietro a giri di parole. L’industria se vuole venire a Corigliano vada nella zona industriale e lasci il porto si suoi legittimi detentori cioè gli abitanti di CoriglianoRossano e della Sibaritide.
FABIO MENIN

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