Per quanto gli operatori socio-sanitari, medici e compagnia, abbiano ragione lamentandosi dall’essere passati da angeli a soggetti perseguitati ed aggrediti, nondimeno non hanno torto i sempre più bistrattati e ignorati docenti di ogni ordine e grado.

Già, perché in Italia, è cosa nota, chi produce e trasmette cultura, sapèri, modelli educativi, rimane, storicamente, l’ultima ruota del carro, che poi questa “benedetta” ultima ruota sia quella di scorta e, dunque, indispensabile, a nessuno importa.
L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ) non si stanca di di ripetere quanto gli insegnanti siano sempre più stressati, con alunni sempre più indisciplinati, bersaglio di atti di bullismo, genitori – sindacalisti sempre più esigenti, come dimostra la cronaca. Spesso vengono aggrediti e umiliati, trascurati da chi dovrebbe motivarli, ostaggi di una precarietà lavorativa che accresce i fattori d’ansia.
Per farla breve, il nostro sistema scolastico è tra i più stressanti al mondo. E questo, dicevo, è risaputo. Ma c’è di più.
Quello che forse non tutti sanno e che negli ultimi dieci anni, tra i docenti italiani si sono registrati oltre 100 suicidi.
L’usura psicofisica tra gli insegnanti, come dimostra la letteratura scientifica, è una questione universale non legata al diverso sistema scolastico adottato dai singoli Paesi, e non coinvolge, purtroppo, solo lavori stressanti e di grande responsabilità come quelli delle Forze dell’ordine o delle Guardie Giurate .
Tuttavia, questo grave allarme, non ha suscitato particolari reazioni tra gli stessi docenti fin quando i recenti suicidi di un maestro di 57 anni in Francia e una giovane insegnante di scuola primaria della Corea del Sud hanno risvegliato dal torpore l’intera categoria, portando in piazza la protesta per rivendicare garanzie per il lavoro.
Già nel 2005 e nel 2009, Francia e Regno Unito avevano dimostrato, dati alla mano, che la categoria professionale maggiormente esposta al rischio suicidario era quella dei docenti. Un dato sorprendente se si pensa ai contestuali stereotipi che gravano sugli stessi e di cui si nutre l’opinione pubblica (“lavorano mezza giornata e fruiscono di tre mesi di vacanza all’anno”), e la pandemia non ha fatto altro che evidenziare le carenze rispetto al resto del mondo-
Una classe docente sempre più vecchia, come quella italiana, mantenuta a forza in servizio dalla legge Fornero, fa fatica a tenere il passo con le tecnologie […] Il 41% dei prof ammette che fa fatica a “stare al passo con le mutevoli esigenze”. In Italia, “mantenere la disciplina in classe” è fonte di stress per il 43% dei docenti di scuola media. Percentuale che sale di un paio di punti nelle scuole svantaggiate. In quartieri a rischio. Nel Regno Unito la percentuale scende al 30% mentre in Francia sale al 59% .
Si è perso il rispetto per il ruolo, finchè non si risolverà il cronico conflitto scuola – famiglia, che oggi sembra addirittura peggiorato, le cose non miglioreranno.
Ma a prescindere dai numeri sempre freddi e impersonali, cosa è stato realmente fatto fino adesso? Quello che si è sempre fatto e cioè, al di fuori di qualche imbellettamento o velleitarismo di qualche trombone, niente!
Il baraccone scolastico viaggia per inerzia e, se ancora viaggia, è grazie all’impegno eroico di alcuni docenti che, fortunatamente, ancora lottano.
Ma come può il Governo (qualsiasi Governo..Destra, Sinistra, Centro , laterale, obliquo e di sbieco.. ) interessarsi della scuola ? Ha ben altre priorità da affrontare e risolvere, problemi vitali per la sopravvivenza della Nazione: le truffe delle influencer, il limite dei 30 chilometri orari, un Ministro che s’improvvisa Capo Stazione e blocca il treno ad una fermata non prevista, un Consigliere che si diverte sparando ( forse ), e poi il must dei must ,il ponte sullo Stretto ( forse anche sul… Largo), e che i massacri sulla 106 continuino allegramente.
Lo sproloquio dei cosiddetti “ cazzari” che, in quanto tali, fanno a gara a superarsi, scaricando, come da copione, le cose che non vanno sui governi precedenti, non conosce pudore.
Che bello fare politica in questo modo!
Una volta trovatosi, magari per una combinazione irripetibile di allineamento planetario, su uno dei sempre fruttuosi rami del Parlamento, devono solo memorizzare quattro o cinque mantra e il gioco è fatto:…Non è colpa nostra; i problemi li abbiamo ereditati; la coperta è corta, mancano i fondi, stiamo lavorando( ciao core !), in breve risolveremo i problemi.
Problemi che non giungono a conclusione, ab-aeterno, finchè fuori uno dentro l’altro e..riprende la giostra.
Epilogo alla Carlo Verdone …abbiamo tentato..ci siamo impegnati..ma cosa potevamo fare? Avevamo le mani legate (sic!).

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