La stessa beatificazione del martire e giudice , soprannominato ” il santocchio” dott. Rosario Angelo Livatino non sembra aver minimamente scalfito le posizioni di gran parte della gerarchia ecclesiastica, che cresciuta e radicata nella convinzione che non esistono valori non negoziabili, continua a trincerarsi nella << tolleranza zero>>, anche se questo è causa di sofferenza per tanti di noi credenti.
Gesù, con profonda ironia chiedeva ai pii farisei, ai sommi sacerdoti e agli scribi ( di ieri e di oggi) , tutti esperti di sacre Scritture: << Non avete mai letto… ( Mt.12,3;21,16)? Anche loro leggevano e non capivano, avevano occhi e non vedevano ( Mc.8,18), perché la Sacra Scrittura si comprende solo se letta con lo spirito di chi l’ha ispirata: l’amore incondizionato del Creatore per le sue creature.
Allora la stessa domanda va posto a quegli eminenti ecclesiastici, che si scandalizzano ancora del Messaggio di Gesù: << Ma voi avete mai letto il Vangelo, dove si invita a perdonare settanta volte sette ( Mt.18,22) >>, numero che non indicano la quantità, ma la qualità del perdono, che deve essere come quello di Dio?
Attenzione dunque che finché la Buona Notizia viene confinata nella dottrina e nella catechesi, tutto va bene, ma quando il Vangelo diventa vita e prende forma concreta nell’esistenza degli stessi credenti, sorgono i tenaci difensori della Fede, i quali si allarmano, starnazzano e lanciano anatemi appellandosi a leggi e disposizioni contenuti nel diritto canonico, che non va commentato, ma solo accettato nella sua utilità di scheletro per il corpo della Chiesa.
Purtroppo c’è una gerarchia ecclesiastica che è sorda al monito di Gesù : << Tra voi non sarà così ( Mt.20,26)>>. Essa si costruisce in una struttura di potere sempre a garanzia di sé stessa, ferma nel difendere i propri privilegi, ma esitante nell’accogliere forme nuove di vivere il Vangelo, perché sospettosa verso tutto quello che in qualche maniera può mettere in discussione la dottrina o la stessa tradizione, ostile a qualsiasi cambiamento.
Questa casta mummificata nei suoi ripetitivi riti e anacronistica nei suoi tanti sontuosi quanto ridicoli paludamenti, momentaneamente sospesi per il Covid 19, non sa più rispondere alle necessità dell’oggi e ripropone vecchie formule ai nuovi bisogni.
Arroccati allora nelle loro intransigenze , questi nostrani ecclesiastici stanno perdendo l’unico tratto distintivo che dovrebbe renderli riconoscibili, non solo come funzionari, ma soprattutto credibili come ministri della Parola: ” l’amore compassionevole” : << Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso ( Lc.6,36>.
<< Dio è Amore ( 1 Gv.4,8) e l’amore quando resta rinchiuso in una dottrina diventa sterile e inefficace. L’amore può essere trasmesso solo mediante opere concrete che arricchiscono la vita dell’uomo ed è l’unico distintivo dei seguaci di Gesù. << Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri ( Gv. 13,35)>>.<< Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come Io ho amato voi ( Gv.15,12)>>.
Quando noi credenti, come uomini di Chiesa, non siamo capaci di offrire uno sguardo di misericordia, di tenerezza, di compassione , di perdono, di servizio e di condivisione in ogni ambiente, ma esprimiamo un ciglio che manifesta solo l’intransigenza della dottrina, significa che noi ,” Sale della terra”, abbiamo perso il sapore e allora << a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente ( Mt.5,13 >>.
E’ questo lo Scandalo della Misericordia, oggi, nella Chiesa!
Corigliano Rossano 11 .05.2021 ( Franco Palmisano )