Grave atto intimidatorio e di repressione nei confronti di quattro lavoratori ex LSU-LPU utilizzati dal Comune di Rossano e di altri diciotto in tutta la Regione.
Dopo la grande giornata di lotta a Rende e Villa S. Giovanni, di martedì 28 luglio, per protestare contro il tentativo del Governo Renzi di cancellare e mandare a casa i cinquemila precari calabresi occupati in nero e senza contributi previdenziali da circa due decenni, arriva la risposta repressiva della Divisione Investigazioni generali – Operazioni Speciali (DIGOS) della Questura di Cosenza che trova il tempo per notificare ai lavoratori, militanti USB e attivisti nel movimento di lotta, provvedimenti amministrativi sanzionatori previsti da 2.582,oo a 10.329,oo euro a persona.
Grande lo sconcerto di tutti i lavoratori e dell’opinione pubblica della città e della Regione, ma grande sarà anche la reazione contro provvedimenti provocatori voluti e messi in opera direttamente dal Ministero degli Interni e dal Governo nazionale ormai impegnato ad umiliare i Sindacati e tutti i movimenti di protesta.
L’Unione Sindacale di Base invita i lavoratori a proseguire lo stato di agitazione e nella lotta per la definitiva stabilizzazione negli organici degli Enti utilizzatori e, contemporaneamente, a mantenere la serenità di chi è dalla parte della ragione e respingere ogni forma di provocazione delle istituzioni repressive dello Stato.
L’USB, infine, nel preannunciare iniziative politiche, sindacali e di concreta solidarietà verso i precari colpiti dalla mannaia dello Stato, invita S.E. il Prefetto ad atti ed azioni che tutelino i lavoratori ingiustamente sanzionati, tenendo presente la storia e le vicissitudini di una categoria di uomini e donne da decenni oltraggiati nella dignità e offesi dai diritti negati.
Pietro Altavilla
Coordinamento Regionale USB – CALABRIA