Abbattimento costi = guadagno

Sul “non caso” aperto attorno alla regolare gara d’appalto per la gestione della struttura sportiva di Via Candiano, allo Scalo, avevamo preferito la linea del silenzio per evitare l’ennesima brutta figura ad un comitato di ragazzi, rappresentanti di se stessi.

Che, ancora una volta, semmai ci fosse stato bisogno di un’ulteriore prova, hanno dimostrato di non aver la minima concezione di come si amministra un Ente pubblico. Perché prima di urlare ad un qualsivoglia scandalo, in perfetto stile Wanna Marchi, farebbero bene ad informarsi.

L’Amministrazione comunale precisa rispetto alle macroscopiche e provocatorie inesattezze, cariche di omissioni, esternate dal movimento Terra e Popolo riguardo alla gestione del PalaEventi dello Scalo.

Innanzitutto, come già emerso dalla stampa, l’affidamento del servizio è stato assegnato a seguito di una regolare gara d’appalto a procedura aperta. E già questo basterebbe a chiarire le nefandezze, frutto di un ardimento giovanile fin troppo malizioso e facente capo sempre e solo ad unico e ben identificato soggetto.

Ma chiariamo meglio.

Questo Esecutivo, tra i primi atti compiuti al suo insediamento, ha posto tra le priorità la quantificazione valoriale degli immobili in possesso al Municipio, ponendo una quota d’onere per tutte le strutture affidate o da affidare in gestione. Che fino al 2011, ricordiamo, venivano date in concessione d’uso ai privati in via del tutto gratuita. È stato così per ilPalazzetto dello Sport di Via Candiano e sarà così, una volta terminato il contratto di comodato d’uso, anche per lastruttura sportiva di viale Sant’Angelo che sarà nuovamente riaffidata ai privati che parteciperanno al bando con canone oneroso.

Ma sono le critiche mosse riguardo all’entità del fitto che lasciano allibiti. Si parta dal presupposto che ogni canoneviene stabilito in base ad alcuni criteri rilavanti al fine della quantificazione. Non solo. Per un’Amministrazione pubblica, costretta a vincoli di legge restrittivi e alla costante valutazione della Corte dei Conti, il calcolo dei guadagni non si opera esclusivamente attraverso la valutazione degli incassi. Bensì è un computo aritmetico conteggiato anche sulla capacità di non produrre spese. Nello specifico caso, il canone d’affitto del nuovo Palazzetto dello Sport – una struttura di notevoli proporzioni, consegnata dalla Provincia in condizioni di semi-completezza (manca l’allestimento dell’intero piano inferiore!) – è apparentemente basso solo se non si calcola l’entità delle spese di gestione che altrimenti sarebbero state a carico dell’Ente. Se il Comune di Rossano avesse optato per una conduzione autonoma della struttura avrebbe avuto, solo per la custodia e la manutenzione dell’immobile, un costo annuo di gran lunga superiore a quello che è l’incasso oggi versato dall’affittuario. Inoltre, in questo caso, tra le clausole del contratto sono previsti un numero congruo di gratuità per eventi pubblici promossi dal Comune ed il miglioramento e ampliamento dei servizi offerti dalla struttura sportiva tutti a carico dell’aggiudicatario. Che ha presentato, ed in parte già attuato, un piano di investimenti che l’Amministrazione comunale non avrebbe mai potuto attuare. – Questi i fatti e i dati chiari ed incontrovertibili. Tutto il resto è polemica inutile e deleteria costruita ad arte da un movimento che si appresta ad affrontare una campagna elettorale senza contenuti.