«Dicono no a noi ma si alleano con Fi e Mascaro»
Dietro la lavagna come i cattivi. In modo assolutamente arbitrario, senza alcuna logica e principii.
Insomma, “tu si, tu no”, a secondo della simpatia a pelle, probabilmente, oppure no, perché quei no sono stati detti a «persone migliori di chi ci sta dentro».
Il Pd a Rossano è all’8% e si permette il lusso di discriminare, in modo discutibile, dice Tonino Caracciolo, già tesserato al quale non hanno rinnovato la tessera.
Insomma, si è conclusa la campagna tesseramento del Partito democratico cittadino con l’ormai solito tran tran di «pacchetti di voti stavolta in fila indiana» mentre il solerte segretario ha pensato bene di mettere in una lista “d’attesa” i “cattivi” che volevano rinnovare il tesseramento o tesserarsi ex novo.
Tra questi, come accennato, Tonino Caracciolo è stato messo dietro la lavagna, ma non ci ha pensato un attimo a scoperchiare il pentolone, denunciando un modus operandi «discutibile».
«L’unica colpa che abbiamo è quella – dice a Cronache – di essersi candidati con una lista diversa dal Pd alle ultime amministrative».
Per meglio illuminare, Caracciolo riporta due esempi: «Il Pd dovrebbe espellere uno come Mimmo Bevacqua se si usasse la medesima logica utilizzata con noi, semplicemente perché ci ha supportiati in campagna elettorale ed aveva suoi simpatizzanti nella lista di Rossano Futura. Siamo al ridicolo, alla farsa. Il Pd ha, invece, tesserato Leonardo Trento notoriamente socialista. In questo caso non hanno avuto nulla da obiettare nonostante sia stato parte attiva della campagna elettorale di Rossano Futura, con la sorella capolista».
Insomma, come al suo solito e senza peli sulla lingua, Tonino Caracciolo, fa esplodere il bubbone.
Sarcasticamente si chiede se si siano rifiutati perché «saremmo stati un pericolo per loro poiché avremmo potuto raddrizzare le sorti di un partito che sta facendo solo figuracce e ridotto all’8% quando la mia lista ha preso il doppio dei loro consensi».
Caracciolo rincara la dose: «Contro di noi un ragionamento che non ha alcuna sostanza di carattere politico, altrimenti loro per primi dovrebbero ammettere di non poter sostenere Mascaro e Forza Italia perché si sono impelagati coalizione che definire anomala è dir poco. Il Pd – insiste – in questa amministrazione è il grande assente silente, non ha mai discusso un problema o aperto una discussione su niente, è un partito fantasma che forse noi avremmo potuto risuscitare. Per di più sostiene un sindaco che non è capace politicamente anche di chiudere la giunta. Dopo 8 mesi il Pd sta ancora ricorrendo un posticino da assessore, sul quale non se ne discutono le qualità ma solo la rivendicazione della posizione in termini di potere. Eppure, chi è invischiato in queste situazioni, si permette il lusso di dire no a forze sane».
Conclusione col botto. «Mi verrebbe voglia di aprire un circolo del movimento Democratici e Progressisti dopo la scissione del Pd. Gli pianterei una grana incredibile e sarebbe uno schiaffo a questi gruppetti che si sono impadroniti del partito e lo hanno distrutto».
Provocazione finale. «Li sfido – chiosa Tonino Caracciolo – uno ad uno in un confronto pubblico e sul voto di scambio».
Un argomento contro il quale aveva già tuonato in consiglio comunale, senza peraltro ricevere alcuna replica.
Insomma, benvenuti nel P(a)D. Dove nessuno si dimette pur dimezzando i consensi ad ogni competizione elettorale.
Luca Latella
(fonte: Cronache delle Calabrie)