La matassa è ancora tutta da sciogliere e le grane non sono poche. Le beghe politiche in seno all’amministrazione comunale non mancano e puntualmente a cadenza mensile, spuntano fuori.
Nei giorni scorsi, i dissidenti de Il Coraggio di Cambiare, Paolo Librandi e Giuseppe Falco su tutti, a margine dei lavori una commissione, sono tornati sui dissapori, le diatribe, contestando il volere del coordinatore nazionale del movimento, Giuseppe Graziano.
Pare infatti che il consigliere regionale abbia fatto pervenire in sede di commissione – così sostengono in una nota i due “dissidenti” – con il tramite del capogruppo consiliare del Cci, Piero Lucisano, una mozione di sfiducia indirizzata a Giuseppe Falco, presidente della commissione Politiche sociali.
Una mossa, quella di Graziano, motivata in sede di commissione da Lucisano da questioni «politiche – scrivono – legate all’uscita dal gruppo da parte dei due dissidenti (Librandi-Falco) e sostenendo che gli stessi non venivano riconosciuti come appartenenti alla maggioranza di governo».
Librandi e Falco, da tempo si sono staccati da Il Coraggio di Cambiare ed hanno aderito al gruppo misto. Una sortita ufficializzata un paio di mesi fa. Mesi nei quali si sono notate le assenze di Librandi in Consiglio comunale e la candidatura a voti zero durante la campagna elettorale per le elezioni provinciali, in una lista diversa da quella del Cci che poi ha espresso l’elezione di Vincenzo Scarcello.
I due, tuttavia, non hanno creato un terremoto in seno alla maggioranza perché hanno comunque hanno «ribadito a chiare lettere l’appoggio al sindaco». Non sappiamo se il passo successivo del comunicato sia un pentimento, una contraddizione in quanto hanno chiesto «con urgenza una verifica della maggioranza», come se sapessero di posizioni di altri consiglieri scontenti.
Perché, insomma, garantire il totale appoggio al sindaco e, nel contempo, richiedere una verifica della maggioranza, per la seconda volta in due mesi?
Ma sia per la prima che per la seconda richiesta dei due, non hanno ricevuto la ben che minima “confidenza” da parte del sindaco Mascaro e della maggioranza.
Che si tratti due casi isolati, andati allo scontro con il consigliere Graziano, deus ex machina del Cci? Ed è una.
La seconda riguarda il Pd e quel “benedetto” seggio da assegnare al tavolo della giunta. L’altro giorno Tonino Caracciolo ha piantato la grana tesseramenti, sostenendo come il Pd non solo sia il “grande assente” della maggioranza consiliare, ma sia anche frastagliato fra i rivoli della bramosia del potere, ovvero quel posto da assessore ancora risultante vacante.
Due grane “permanenti” che evidentemente, il sindaco non ha nessuna fretta di disinnescare.
Luca Latella
(Fonte: Cronache delle Calabrie)