Avvicinandosi il tempo Forte ecclesiale della Settimana Santa, il cristiano comune( anche rossanese) si chiede” quali sono i parametri per verificare la mia fede,per sapere se sono credente o no ?” Per molti di noi i criteri di giudizio riguardano la pratica religiosa. Ma questi criteri sono poco obiettivi .
Come si fa a misurare il grado di fede di una persona solo dalla sua partecipazione alle cerimonie liturgiche, fatti di riti e processioni e pellegrinaggi o Visite al Codex o dal far parte di vari movimenti o associazioni devozionali? Nella Chiesa comunque si è stati sempre unanimi nell’individuare, come fondamento della fede del credente, la Risurrezione di Gesù, perchè ” Se Cristo non è risorto,( è il grido dell’Apostolo Paolo) vuota è la stessa predicazione,vuota la vostra Fede (1 Cor.15,14)”.Ma testimoniare la fede nella risurrezione è arduo. Come è possibile a noi cristiani nell’adultità della nostra fede e nell’era bio-tenologica essere i garanti di una realtà che non può essere mostrata? Eppure, negli Atti degli Apostoli si legge che la testimonianza della Risurrezione del Cristo si doveva ad una realtà che tutti potevano toccare con mano e non esigevano pericolose acrobazie teologiche o violenze intellettuali: “Con grande forza gli Apostoli davano testimonianza della Risurrezione del Signore Gesù. . . Nessuno infatti tra loro era bisognoso . . . (At.4,34)”!Una comunità dove nessuno è bisognoso,dove non esistono creditori e debitori,è la prova evidente che in essa c’è qualcosa di speciale: la presenza viva e vivificante del Signore. Allora vuol dire che l’indicatore della propria Fede è il Portafoglio. Non certo per quello che contiene ,ma per quello che è capace di dispensare.Avere Fede significa fidarsi talmente del Padre da non preoccuparsi più per i propri bisogni ed essere liberi di occuparsi delle necessità dei fratelli,certi che nel momento della necessità il Padre provvederà in maniera più abbondante di quel che si può desiderare,perchè il Signore regala vita a chi comunica vita e, con chi è generoso, il Padre sarà abbondantemente generoso “(Mt.10,8 e LC.6,38)”. Gesù è molto chiaro: la Fede nel Padre non si vede da ortodossi attestati di fedeltà alla dottrina e neanche dal rispetto delle pratiche religiose (preghiera,digiuno,penitenza) o dall’osservanza dei Comandamenti, ma dalla capacità di essere generosi, di donarsi senza calcolo.Quando anche noi cosiddetti cristiani, solo perchè battezzati, accumuliamo ricchezza, e speculiamo e agiamo in base alla nostra convenienza, noi non crediamo in Dio,ma confidiamo solo nel suo rivale , il “Mammone”. ( E’ un vacabolo aramaico che indica il patrimonio ed è passato a significare la ricchezza come base per la sicurezza dell’uomo). La ricchezza è paradossalmente fattore di apprensione,sia perchè non sembra mai sufficiente,sia perchè si teme il suo calo e la sua perdita (Cfr.banche,borsa e inflazione).A che giova ammonisce Gesù” guadagnare il mondo intero e poi smarrire se stessi (Mt.16,26 e Lc.12,20)?” Gesù non ci invita a non occuparci,ma a non preoccuparci. Se come i pagani siamo sempre in ansia per la nostra vita (che mangeremo,che berremo?…) e cerchiamo nell’accumolo la risposta alle nostre inquietitudini, noi siamo la chiara dimostrazione che non crediamo nel Padre, ma negli idoli, nelle false divinità che, come mammone, ingannano promettendo solo quello che non possono dare e,non avendo la capacità di trasmettere vita,comunicano solo morte. L’invito di Gesù è di porre nella propria vita,come valore prioritario ” Il regno di DIO e la sua giustizia (Mt,6,33)”. Il Regno di Dio non si fonda sull’accumulare ma sul condividere,non sul salire più in alto (come in politica) per meglio comandare sugli altri, ma sullo scendere per mettersi al livello degli ultimi,per meglio servirli, “nel dare la vita per i propri amici (Gv13,13)”per costruire con Gesù e come Gesù (cfr.le Beatitudini) la Civiltà dell’amore.